Zaia in diretta oggi: «Covid, si abbassa l'età dei positivi, i giovani ammalano e la carica virale è alta. Oggi incontro con il Governo ma in Veneto non pensiamo al lockdown»

Sabato 24 Ottobre 2020 di Beatrice Mani
Zaia in diretta oggi: le ultime notizie sul contagio da Coronavirus in Veneto
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Luca Zaia in diretta anche oggi, sabato 24 ottobre 2020, per gli ultimi aggiornamenti sul contagio da Coronavirus in Veneto.

C'è molta attesa per capire se il Governo deciderà di prendere provvedimenti e misure restrittive al fine di ridurre l'espandersi dell'infezione, i numeri continuano a crescere in tutta Italia e alcune Regioni chiedono il Lockdown. Stiamo parlando, ad esempio, di De Luca in Campania. Il governatore del Veneto invece ha sempre avuto un atteggiamento prudente ma votato all'evitare la chiusura totale, come ha ribadito oggi durante la diretta, numerosi i suoi appelli al rispetto delle regole e all'uso dei dispositivi, della mascherina in particolare. Soltanto ieri Zaia aveva annunciato di essersi svegliato di notte con un pensiero: mettere un bel cartello davanti ai microfoni che si vedono durante le dirette Facebook con su scritto "indossate la mascherina".

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Zaia in diretta oggi

Incontro con il Governo e nuova ordinanza del Veneto

«Oggi avremo un confronto con il Governo. Non abbiamo ben capito se per discutere nuove misure in arrivo - ha annunciato il presidente Zaia -. Noi non stiamo meditando lockdown o altre misure pesanti, abbiamo un'ordinanza  sostenibile e praticabile sul fronte della sanità pubblica che riteniamo fondamentale, ma aspettiamo di capire cosa voglia fare Roma. L'ordinanza che abbiamo preparato non è nulla di traumatico per le imprese e chi lavora. Le curve sono inclinate verso l'ascesa e non la discesa in Veneto: il problema del Covid c'è, noi non siamo negazionisti, ma presenteremo al Governo la nostra lettura dei dati. Noi non possiamo adottare misure meno restrittive rispetto a quelle nazionali, se non con la firma del ministro della Salute: questo prevede l'ultimo Dpcm».

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Covid e crisi economica

«Non si può morire di virus per tenere tutto aperto, ma non si può morire di fame per combattere il virus - ha puntualizzato Zaia -. Scelte di natura sanitaria e di natura economica non sono mai state prese in considerazione nei Dpcm».

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Il bollettino di oggi

Oltre 2 milioni e 200mila tamponi fatti, più i tamponi rapidi. I positivi sono 42.869 da inizio pandemia, 1587 in più nelle 24 ore oggi, 15621. In isolamento 14958. Ricoverati 331, in terapia intensiva 73. Morti +9, in totale sono 2317 da inizio pandemia. I sintomatici a domicilio sono 469 (su 15005 in totale, ossia il 97% dei positivi a domicilio non hanno sintomi). IL BOLLETTINO INTEGRALE - LEGGI TUTTO

I giovani si ammalano

«Due considerazioni - ha precisato ancora il governatore Luca Zaia -, i positivi sono in maggioranza asintomatici, vediamo un abbassarsi dell'età media dei positivi: i giovani si stanno ammalando, siamo passati dai 65 anni di marzo ai 40-45 anni di oggi. Abbiamo giovani con un'alta carica di virus, ma se guardiamo il dato epidemiologico nonostante questo l'alta carica non si traduce in positivi sintomatici.

Ma questo dato va osservato, potrebbe smentirsi in futuro, questo virus si comporta in modo imprevedibile».

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Rapporto tamponi-positivi

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, si dice perplesso perché «nessuno fa un analisi di raffronto tra l'incidenza positivi-ricoveri-terapie intensive, quanti fatti per abitante, nella fase 1 e nellla 2»- «Forse è una questione di pigrizia» a non fare i confronti, ipotizza Zaia il quale sottolinea che in Veneto «il 22 marzo scorso, nella giornata clou, ci furono 412 positivi con 2.703 tamponi e valevano il 15,2%. Il 21 ottobre si sono registrati 1.553 positivi con 20.181 tamponi molecolari e altri 10 mila di test rapidi: cioè il 7,7%. Ciò significa che oggi abbiamo la metà dei positivi rispetto al giorno clou di marzo, rapportato ai tamponi e quindi meno carico nelle terapie intensive. Se al tempo avessimo fatto gli stessi tamponi, avremmo avuto 3 mila positivi». Secondo Zaia «per decidere una nuova strategia, bisogna guardare i dati come sono. L'emergenza coronavirus - aggiunge - per noi significa emergenza ospedaliera. La battaglia che stiamo facendo è per tenere aperti gli ospedali» e la prima regola da seguire è di indossare la mascherina.

Mascherine

Zaia ricorda ancora una volta l'importanza delle mascherine - «portatele» - ha ribadito. «I dispositivi sono fondamentali per evitare di affollare le terapie intensive che sono un migliaio in Veneto».

Tamponi e test rapidi

«Abbiamo 14 microbiologie e 2 centri per i tamponi, più i tamponi rapidi, ma abbiamo constatato che oltre un certo numero sorgono problematiche. Poi dobbiamo pensare al test in autosomministrazione, sul quale stiamo lavorando, sul quale il mondo sta lavorando, ne esistono già, che sia chiaro. Se noi riusciamo a validare i test rapidi nel giro di poche settimane possiamo introdurlo. Noi siamo in asfissia con i tamponi, il test in auto somministrazione è l'unica via».

Medici positivi

«Abbiamo ad oggi lo 0.7% di infezioni negli ospedali, compresi amministrativi. Si è un po' mossa la curva, sono 496 i positivi negli ospedali, noi siamo preoccupati per la salute dei nostri dottori: se chi si occupa delle cure si infetta è finita. Ogni 7 giorni facciamo il tampone a tutti i medici in prima linea facciamo il tampone e ogni 20 giorni a tutto il resto dell'ospedale».

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Scuole

Didattica a distanza nelle scuole del Veneto? «Se faremo un'ordinanza vi informeremo, ovvio che una delle leve potrebbe essere quella. Ho visto che il Friuli ha fatto un intervento in questo senso ma non faremo blitz. Non resterei sorpreso se il Governo adottasse questi provvedimenti questo fine settimana, ma staremo a vedere», ha spiegato Zaia.

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Virus ancora sconosciuto

«Il virus di estate si è attenuato fino quasi a scomparire, Palù ha messo in relazione questo con l'effetto degli ultravioletti - ha spiegato Zaia -: non pensate che di questo virus si sappia tutto, c'è ancora molto da sapere e capire».

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PADOV - "Se in questo momento fossi a capo del Comitato scientifico farei probabilmente tre cose: chiederei l' accesso incondizionato a tutti i dati di mobilità degli italiani, ma anche di comportamenti e di densità di popolazione per capire dove sono le zone più a rischio".

Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 11:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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