«Di questo passo, tendopoli ne vedremo». Dove, Luca Zaia non lo sa dire. Di quali dimensioni e per quanti migranti, nemmeno. Ma non potrà che essere questa la soluzione cui arriveranno i prefetti visto che collaborazione da parte dei sindaci non ce n'è poi tanta. Il protocollo firmato settimane fa da Regione del Veneto, Anci e Prefetture è rimasto quasi ovunque un pezzo di carta, anche perché sono proprio i sindaci del centrodestra (e della Lega) a dire no all'accoglienza diffusa. Anzi, all'accoglienza in genere. Gli ultimi due episodi: a Legnago, Verona, il sindaco Graziano Lorenzetti ha riposto la fascia tricolore in aperta protesta contro la gestione dell'immigrazione: «Tornerò ad utilizzarla quando lo Stato metterà nelle condizioni i sindaci e le forze dell'ordine di poter garantire la sicurezza ai proprio cittadini». A Chioggia sono in arrivo i quattro sopravvissuti dell'ultimo naufragio in Mediterraneo: tre uomini e una donna raccolti dal mercantile Rimona, unici superstiti tra i 45 a bordo di un barcone. Non si sa se oggi i quattro - quando attraccherà la nave - verranno accolti in qualche struttura cittadina o destinati altrove, si sa però che il sindaco leghista Mauro Armelao ha detto chiaro e tondo che «Chioggia non dispone di strutture pubbliche in cui accogliere i migranti, abbiamo 173 famiglie in attesa di un alloggio».
I DATI
Numeri e stime? «In Veneto - ha detto il presidente della Regione - stiamo ospitando almeno 9mila migranti. I dati nazionali ci dicono che dovremo chiudere l'anno con il doppio dei migranti arrivati l'anno scorso: erano 105mila, arriveremo a più 200mila. Sappiamo anche che il riconoscimento dello status di rifugiato, cioè scappi dalla morte e dalla fame, viene dato all'11% di chi arriva, quindi almeno un 70, 80% non ha titolo per varcare il confine nazionale. La situazione è insostenibile ed inquietante: tutta l'Africa in Italia non ci sta».
Ma il protocollo che fine ha fatto? «C'è stata una polemica inutile.
I NUOVI CENTRI
Durissima l'accusa all'Europa: «Lo dico da europeista convinto: è scandaloso il comportamento dell'Europa, è latitante. Non è demagogia, ricordo che in Veneto abbiamo 550mila immigrati che si sono integrati, l'11% della popolazione, ma i numeri previsti sono preoccupanti, solo che, al di là dei sorrisi, l'Europa non dà una mano».
E cosa si sa degli annunciati Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, che dovrebbero essere uno in ogni regione? «Al momento non c'è nulla sul Veneto. Ma faccio una riflessione: se chiuderemo l'anno con 200mila migranti in Italia e solo l'11% avrà lo status di rifugiato, come si fa a rimpatriare almeno 150mia persone? Mi è capitato di vedere in aereo 4-5 poliziotti che accompagnano un migrante da rimpatriare. Il problema va risolto alla base, bisogna costringere l'Europa a essere al nostro fianco e andare ad agire nei paesi di origine».