Montegrotto, il sindaco Mortandello: «L'accoglienza diffusa? Io, uno dei 19 sindaci Sai, vi assicuro che funziona»

Gli 800 posti messi a disposizione dai municipi, per la distribuzione curata dalle prefetture, sono finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo

Mercoledì 9 Agosto 2023 di Angela Pederiva
Riccardo Mortandello

MONTEGROTTO (PADOVA) - "Montegrotto dice no!", gridava nell'autunno del 2016 l'omonimo comitato, costituito nella città delle Terme per protestare contro l'arrivo dei migranti. Pochi mesi prima era stato eletto sindaco il candidato di centrosinistra Riccardo Mortandello e la sua amministrazione aveva deciso di aderire alla rete di ospitalità costituita dagli enti locali, che dal 2020 si chiama "Sistema di accoglienza e integrazione". Oggi a Casa Santa Chiara di Mezzavia si trovano 14 richiedenti asilo, «ultimi in ordine di tempo delle centinaia che abbiamo ospitato in questi 7 anni», sottolinea il primo cittadino, uno dei soli 19 (su 563 Comuni del Veneto) che mostrano di credere nel Sai: «Il modello funziona bene, al di là degli slogan propagandistici di Fratelli d'Italia e Lega», afferma colui che è anche il segretario regionale del Partito socialista italiano.

Il fondo

Gli 800 posti messi a disposizione dai municipi, per la distribuzione curata dalle prefetture, sono finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. «L'ente pubblico non versa un euro - chiarisce subito Mortandello - ma coordina e sovraintende il protocollo a cui sono sottoposti non solo i migranti, bensì anche le cooperative e gli intermediari che si occupano dell'accoglienza.

Un protocollo che prevede lo studio della lingua e delle leggi italiane, anche se il decreto Cutro ha tagliato i finanziamenti e noi ci stiamo mettendo una pezza, così come i corsi di formazione professionale e gli stage, affinché dopo alcuni mesi le persone accolte possano inserirsi nel mondo del lavoro e trovare una loro dignità umana, professionale e reddituale senza pesare sulle spalle di nessuno. È compito della cooperativa trovare gli alloggi per l'accoglienza e il Comune non sottrae assolutamente nulla ai cittadini che hanno necessità di case. Quando un beneficiario esce dal progetto, si procede a farne entrare un altro».

L'integrazione

Uscite che, nell'esperienza di Montegrotto Terme con i suoi 8.400 abitanti, significano integrazione. «Conosco personalmente questi casi - precisa il sindaco - perché il Sai ci dà anche le risorse per assumere un addetto che segue le pratiche. Parliamo di persone che hanno un impiego e dunque possono pagarsi un affitto; qualcuno riesce anche ad accendere un mutuo. Alcuni si spostano nelle aree industriali del Bolognese e del Milanese, altri fanno i ricongiungimenti familiari in Francia o in Germania, ma molti parlano bene anche l'inglese e perciò lavorano alla reception dei nostri alberghi. Pensare che all'epoca delle contestazioni il timore era che la presenza dei migranti potesse danneggiare la nostra immagine turistica... Allora a contestare l'accoglienza diffusa erano le stesse categorie economiche che oggi la chiedono perché manca la manodopera. Troppo facile così: se uno crede a un principio, ci dovrebbe credere sempre. Comunque al tempo avevo mandato una lettera in tutte le case per spiegare le ragioni della nostra decisione e adesso tutti ci dicono che abbiamo fatto la scelta giusta».

I Cas

Sbagliata secondo Mortandello è invece la strategia dei "Centri di accoglienza straordinaria" (Cas). «Sono da evitare - dichiara - come la peste. La concentrazione di grandi numeri di profughi, senza alcun progetto, genererebbe disagi e tensioni sociali difficilmente gestibili, come già dimostrato in passato a Cona e Bagnoli. Tutto questo mentre gli sbarchi continuano. E pure gli arrivi dalla rotta balcanica, come succede nel nostro caso, con gli africani che cambiano il giro passando dalla Turchia. Malgrado ciò vedo che Lega e Fratelli d'Italia continuano a mettere in scena uno spettacolo ridicolo. A livello governativo i partiti predicano come necessaria la pratica dell'accoglienza diffusa, ma a livello territoriale i sindaci di centrodestra smentiscono i loro referenti regionali e nazionali, secondo un gioco di ruolo che non affronta né tanto meno risolve il problema». In provincia di Vicenza gli amministratori locali hanno lamentato però il fatto che i migranti sono stati scaricati davanti ai municipi. «Sono il primo a pensare - ribatte l'esponente del Psi - che i Comuni non devono sobbarcarsi i costi di un fenomeno mal gestito dall'Unione europea e dal Governo italiano, ma proprio per questo torno a dire che il modello da perseguire è il Sai e non il Cas. Se ognuno facesse la propria parte in maniera seria, non dovremmo neanche stare qui a parlarne. E potremmo evitarci la parata dell'ipocrisia che si è vista all'incontro con il vescovo di Padova, quando nessuno dei sindaci indisponibili all'accoglienza diffusa ha avuto il coraggio di dirlo...». 

Ultimo aggiornamento: 13:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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