Ricatti, traffici e cantanti "di fiducia": i vizi della Mala. Nuove rivelazioni dall'inchiesta

Mercoledì 8 Dicembre 2021 di Gianluca Amadori
Da sinistra Gilberto Boatto, Paolo Pattarello, Loris Trabujo durante un incontro

VENEZIA - «E' una m...

Da me prende uno schiaffone, una pedata... voglio metterlo in ginocchio...» Siamo nella primavera del 2017 e Loris Trabujo ce l'ha con Otello Novello, detto Coco cinese, gestore di una buona parte dei lancioni che portano i turisti in piazza San Marco e nelle isole. Secondo i carabinieri del Ros il suo obiettivo è di estrometterlo dal monopolio del Tronchetto o quantomeno di incassare una quota dei suoi profitti. Ed è così che il gruppo criminale capeggiato da Gilberto Boatto, Lolli per gli amici, dopo pochi mesi inizia a pretendere da lui un versamento mensile di 6mila euro.

I RICATTI

Nell'informativa conclusiva dell'inchiesta Papillon i carabinieri ricostruiscono una ventina di pagamenti, avvenuti tutti nella zona attorno alla stazione, nel corso di appuntamenti che sono stati monitorati attraverso appostamenti e ascoltati tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, con cimici installate perfino all'interno di alcuni dei bar nei quali i presunti componenti della banda erano soliti ritrovarsi per discutere la strategia o per spartirsi il denaro. Quella ai danni di Novello è la prima estorsione che gli investigatori hanno ricostruito dettagliatamente, per la quale sono finiti sotto accusa, oltre a Trabujo e Boatto, anche Paolo Pattarello, Roberto Sorato, Flora Stecca, Anna Pegoraro e Giampaolo Pillot, uno dei più stretti collaboratori di Lolli, deceduto prima degli arresti eseguiti la scorsa settimana. Dalle indagini è emerso che, prima di entrare in azione, Trabujo e Boatto erano andati in sopralluogo a Spinea per vedere l'abitazione di Coco cinese e della convivente. Soltanto successivamente Novello fu avvicinato con l'intimazione di pagare. Da quel momento il gestore di lancioni granturismo si reca puntualmente agli appuntamenti con la mazzetta di contanti: Li contiamo? si sente dire dalla voce di Trabujo in un'intercettazione. Contali, tu li devi contare gli risponde Pattarello. Perfetti, assicura Trabujo dopo qualche secondo di attesa nel corso della quale si sente solo il fruscio delle banconote. Agli atti dell'inchiesta vi è più di una fotografia che ritrae Novello con Pattarello, ma anche con Boatto e Trabujo mentre si scambiano i soldi.

L'INIZIO DEL 2015

In precedenza Coco cinese aveva chiesto la protezione di un boss mafioso siciliano, Vito Galatolo, in regime di sorveglianza a Mestre, da lui assunto fittiziamente nel suo cantiere navale, ma successivamente arrestato dai carabinieri per la complicità in alcune rapine. La vicenda di Novello è una delle tante ricostruite dai Ros nelle oltre 1200 pagine che riassumono le fasi di un'inchiesta iniziata nel 2015, dopo l'incendio di un'imbarcazione di proprietà di Pierfilippo Vidali, figlio di Bruno (titolare di un noto cantiere navale) poi archiviata senza scoprire i responsabili. E' da lì che i carabinieri partono per cercare di raccogliere prove sul progetto di Boatto, all'epoca ancora in carcere, di ricostituire la vecchia organizzazione, sulle ceneri della cosiddetta banda dei mestrini, negli anni Novanta affiliata alla mala del Brenta di Felice Maniero, sgominata dopo il pentimento del boss che fece finire tutti i suoi uomini dietro le sbarre. Alla fine del 2015 iniziano i pedinamenti e le intercettazioni e i Ros si scoprono i legami che si stanno creando tra due della vecchia guardia, come Boatto e Pattarello e un insospettabile imprenditore del settore turistico come Trabujo.

IL BOSS E LA ONLUS

Pattarello esce dal carcere il 14 settembre 2017 dopo 22 anni e inizia il progressivo perfezionamento degli illeciti progetti, scrivono i carabinieri. La prima cosa che fa è incontrare Trabujo e Pillot. Per tenere un basso profilo su Venezia, Pattarello trova dimora a Padova nella struttura di una onlus e inizia a cercare i compagni della mala di un tempo, tra cui Luca Livieri e Marco Padovani (già condannato in passato per l'occultamento dei cadaveri dei fratelli Rizzi, fatti uccidere dalla mala del Brenta), ora coinvolti assieme a lui nell'inchiesta Papillon. Uno dei sopralluoghi effettuati a casa di Coco cinese avviene a soli 5 giorni dalla scarcerazione di Pattarello. Secondo i carabinieri i contatti con il sandonatese Antonio Guerrieri vengono intrecciati poco più tardi, nel 2018, attraverso Anna Pegoraro, definita la portavoce di Pattarello. Quanto al presunto boss dell'organizzazione malavitosa, Gilberto Boatto, dalla fine del 2017 è in regime semilibertà: esce di giorno per lavorare e la sera torna in cella, approfittando delle uscite premio per riavviare le attività illecite: Mezz'ora al giorno, quella è sufficiente... Dobbiamo fare questo? Lo stabiliamo in quella mezz'ora... dovete trovarvi voi tre, i telefonini devono restare a casa... - si raccomanda con i sodali - Napoletani, calabresi, siciliani: fin che ci sono qua io, qua non si mette nessuno... quelli bisogna che vengano a parlare con me... Boatto e Pattarello hanno condiviso un periodo di carcerazione a San Gimignano, tra 2015 e 2016: secondo i Ros è lì che hanno messo le basi per la successiva ripresa criminale. I carabinieri ritengono che la strategia di Lolli non sia quella di prevalere su eventuali altre organizzazioni, ma piuttosto di regolamentare le mire espansionstiche di altri gruppi: Vuoi venire dalla Sicilia? - spiega ai suoi compari facendo un esempio - Se non tocchi i miei affari, possiamo fare insieme e non ci sono problemi....

DROGA E TURISTI

Boatto ritiene essenziale il ruolo di Trabujo proprio alla luce della sua attività imprenditoriale legale: Dobbiamo prendere i soldi regolari, dobbiamo fare le cose in grande. Dobbiamo prendere il lavoro sul turismo: abbiamo la fortuna che tu sei un impresario! Ma partire dalla primavera del 2018, il gruppo si butta anche sul traffico di stupefacenti, come evidenziano i carabinieri: Lui ha già tutti i contatti... un chilo di bianca, puoi rifornire tutta la Giudecca! Impestiamo tutta Venezia di roba. Nel frattempo Boatto cerca lavoro per poter uscire dal carcere ed è Trabujo che si impegna per trovargli una vetreria di Murano disponibile ad offrirgli un contratto da procacciatore d'affari. Fino a quel momento Lolli ha fatto di tutto per dimostrare di essersi ravveduto: finge di aver cambiato vita impegnandosi nel volontariato. Passo come uno studioso, un esperto d'arte... sono già andato a vedere tutte le mostre a Firenze... In realtà, secondo i Ros, Boatto avrebbe approfittato di ogni occasione, perfino del funerale del fratello, per organizzare le azioni del gruppo. Finché sono a Venezia mi muovo meglio perché non mi conoscono..., spiega ai suoi compari.

IL CANTANTE

Trabujo, al contrario, risulta amare i riflettori. Nell'informativa dei Ros vengano citate le feste con centinaia di invitati a bordo delle sue barche, in occasione del Redentore, o di altre iniziative pubbliche alle quali auspicava la presenza di giornalisti e persone in vista della città. Ma non solo. I carabinieri citano un cantautore veneziano, suo amico, che gli avrebbe dedicato persino una canzone per celebrare la sua assoluzione al primo processo sulle vicende del Tronchetto. Al contrario, per le azioni violente, la scelta era caduta su un giovane albanese, Festim Shemellari, reclutato nell'autunno del 2108. Trabujo ne parla così: Nessuno lo conosce perché non lo faccio mai vedere insieme a me... mi interessava avere un ragazzo giovane d'azione...

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 19:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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