Mestre. «Siamo assediati dai tossicodipendenti», l'ex cinema Piave alza la "Muraglia cinese"

Sabato 27 Maggio 2023 di Fulvio Fenzo
«Siamo assediati dai tossicodipendenti», l'ex cinema Piave alza la "Muraglia cinese"

MESTRE - "Il gradino del buco" non c'è più. Come i condomini che si barricano con i cancelli sempre più alti (vedi il caso di quello tra via Piave e via Col Moschin, dove è stato installato anche il secondo per impedire il passaggio dei tossicodipendenti), le finestre dei pianterreni un po' alla volta tutte protette da inferriate, le case abbandonate del rione blindate con griglie metalliche nella speranza di impedire le occupazioni abusive, ora è la volta dell'entrata dell'ex cinema Piave di via Premuda dove è stata installata una solida barriera in legno per allontanare i consumatori di sostanze che, a tutte le ore del giorno, arrivavano lì per iniettarsi una dose di veleno nelle vene.

Un intervento deciso dai neo proprietari dell'ex cinema a luci rosse, cioé l'Associazione cristiana evangelica cinese, che ha fatto tirare un sospiro (e che sospiro) di sollievo ai residenti e ai negoziani della zona. Anche se i tossici si sono già spostati in altre strade, come nella vicina via Fiume.

UN "MOSE" ANTI-TOSSICI

«Che Dio li benedica! Che Dio li benedica! - esplode di gioia una abitante della stradina che sbuca in via Piave all'altezza della chiesa - Qui non potevamo più vivere perché questo era un punto di ritrovo proprio per il consumo di droga. Erano gli stessi spacciatori ad indicarlo ai loro clienti che, molto spesso, arrivano ad altre città ed hanno bisogno di farsi non appena acquistata la "roba"». Ed era successo proprio così anche giovedì pomeriggio quando, mentre un paio di cittadini cinesi stavano montando quella specie di "Mose" anti-tossicodipendenti davanti all'ingresso dell'ex cinema, è arrivato il pusher di turno assieme ad un ragazzo in evidente crisi di astinenza. «Quello, vedendo che il posto era occupato e avrebbe dovuto cercarsene un altro, ha cominciato a dare via di testa - raccontano in via Premuda -. Urlava, saltava, tirava calci alle sedie del bar, mentre lo spacciatore, come fanno sempre perché si sentono padroni della zona, se la rideva». Vederli andare via, per chi era ormai abituato a convivere (convivere?) con siringhe gettate per terra, fazzoletti insanguinati lanciati oltre i cancelli dei giardini, macchie di sangue per terra e sulle vetrine, è stata una sorta di liberazione anche se tutti, da queste parti, sanno bene che i consumatori "affezionati" a quel posto si sposteranno solo qualche metro più in là. E, puntuali, sono arrivate le prime segnalazioni da via Fiume, via Felisati e dalla già martoriata via Saletto.

L'EX CINEMA

«Abbiamo potuto sbarrare quella porta e quel gradino perché adesso siamo proprietari dell'ex cinema a tutti gli effetti. Il passaggio di proprietà è stato firmato», spiegano dall'Associazione cristiana evangelica cinese che, nel gennaio scorso, ha acquistato all'asta la palazzina per 400mila euro. «Ora siamo pronti ad incontrare l'amministrazione comunale per presentare e condividere il nostro progetto» aggiunge l'imprenditore (cinese) di Modena che ha già realizzato operazioni simili anche a Reggio Emilia. Bologna ed Udine per conto della comunità, e che ha già chiesto un incontro in municipio. Attualmente i cristiani evangelici cinesi (una comunità di 200 persone) si ritrova in una specie di garage all'inizio di via Dante partendo dalla stazione, puntando in futuro a trasformare l'ex cinema in un luogo di incontro ed una scuola di cinese ed italiano per i bambini. «Sarà tutto gratuito, finanziato dalla nostra comunità - riprendono dall'associazione -. Però abbiamo bisogno di ricavare un piano in più dividendo in due livelli la sala dell'ex cinema che è alta nove metri. Sotto faremo uno spazio per le attività della comunità e sopra la mensa per i bambini, anche questa gratuita. I fondi per il restauro li abbiamo già, ci basta solo avere l'okay dal Comune per il nostro progetto, trovando anche forme di collaborazione per il futuro. Una volta ottenuto l'okay, possiamo realizzare tutto in un anno».

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