Mestre. Paura dei tossicodipendenti, il condominio monta il secondo cancello di protezione: «Siamo 33 famiglie, tutte d'accordo»

Venerdì 21 Aprile 2023 di Alvise Sperandio
Paura dei tossicodipendenti, il condominio monta il secondo cancello di protezione: «Siamo 33 famiglie, tutte d'accordo»

MESTRE - Non uno, ma due cancelli. Tra via Piave e via Col Moschin, i condomini dei civici 115 si apprestano a montare anche la seconda barriera per chiudere il cortile interno, anche sul lato che dà verso via Piave, dopo quella installata nel sottoportico che sbuca invece in via Col Moschin. «Siamo in 33 famiglie su tre scale, ma mai come questa volta in assemblea siamo stati tutti d’accordo», dice una signora al citofono, dando l’idea del clima che si respira da quelle parti. E l’assessore alla sicurezza, Elisabetta Pesce, aggiunge: «Abbiamo dato parere favorevole alla richiesta dei condomini. È una zona d’ombra un po’ rischiosa per cattive frequentazioni.

Un cancello fa stare più tranquilli. Ovviamente noi continueremo nei controlli».

LA PREVENZIONE

Intanto, all’esasperazione della gente risponde il prefetto Michele Di Bari che nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo in zona e ieri ha diffuso una nota, segnalando un miglioramento della situazione: «L’efficacia delle misure adottate per il rafforzamento della sicurezza nel quartiere – si legge – è confermata dai dati che evidenziano una significativa riduzione dei reati predatori. L’attività di prevenzione e garanzia della sicurezza per i cittadini proseguirà nei prossimi mesi». Tra via Piave e via Col Moschin il dado del secondo cancello è tratto.

«Abito da qui da quand’ero bambino. Negli anni la situazione si è fatta invivibile», racconta un giovane mentre sale in auto assieme alla fidanzata: «Spacciatori che vendono senza scrupoli. Tossici che si drogano all’aria aperta senza ritegno. E persino prostitute che si vendono distese tra le macchine». Il cortile è un passaggio nascosto, che permette di “tagliare” per una scorciatoia verso i giardini di piazzale Bainsizza, altro luogo funestato dalla piaga del consumo di stupefacenti, a tutte le ore del giorno. «La sporcizia che vede dice già tutto. Mestre è diventata famosa per l’eroina gialla», afferma una signora che cammina a passo svelto. «Guardi, qui siamo ostaggi di quei personaggi là. Io ho paura», confida un’altra residente di una certa età. «Oggi pomeriggio erano in sei e ho visto bene la siringa che bucava il braccio – aggiunge un’altra persona – Adesso arriva il secondo cancello, speriamo che serva. Il Comune ci ha messo due anni per darci il permesso, ma finalmente ci siamo». Sui campanelli dei tre civici si notano molti cognomi stranieri, qualche studio professionale e qualche locazione turistica.

«Mettendo la seconda barriera dovremo portare fuori i campanelli e le cassette postali. La spesa è importante, ma tutti sono stati d’accordo perché tutti sono esausti», sottolinea una condomina affacciata alla finestra.

SOLIDARIETÀ

Arriva la solidarietà del parroco don Marco Scaggiante, in prima linea nella battaglia contro il degrado e gli affari sporchi della droga: «Capisco perfettamente le motivazioni, d’altra parte ognuno si difende come può». Anni fa i frati Cappuccini hanno messo i cancelli sul sagrato della chiesa di San Carlo, liberandolo dagli sbandati. «Noi non possiamo farlo, ma mi rendo conto che in alcuni condomini la pazienza non sia infinita», riprende il sacerdote che è anche spettatore dell’abbandono di molte case Ater vicine alla chiesa: «Ho celebrato tanti funerali di anziani che le abitavano. Sono tutte rimaste vuote». Uno dei cittadini da sempre più impegnati in via Piave, Giorgio Roccato, osserva: «I cancelli sono un rimedio sacrosanto, anche se non possono essere la soluzione definitiva».

Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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