Per i medici era gastrite, ma Mario morì per una patologia cardiaca: i risultati della perizia

Sabato 8 Ottobre 2022 di Fabrizio Cibin
Mario Valerio morto a 65 anni
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NOVENTA DI PIAVE - Mario forse si sarebbe potuto salvare se i sanitari avessero rilevato le cause del suo malessere, ovvero una grave patologia cardiaca in corso e non una semplice gastrite. E’ quanto pare evidenziare la conclusione della perizia medico legale disposta dal pubblico ministero della Procura di Venezia, Federica Baccaglini, titolare del procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario aperto in seguito all’esposto presentato dalla moglie della vittima, seguita dallo Studio 3A (società specializzata nel risarcimento danni), e che vede indagati due medici, quello del pronto soccorso di San Donà di Piave che aveva seguito il paziente ed il medico di base. La vittima è Mario Valerio, 65 anni, ex dipendente del comune di Noventa di Piave. I fatti risalgono ad un anno fa. 
 

LA STORIA
Era la mattina del 7 ottobre e l’uomo, in pensione da tre anni, dopo una vita in municipio, rincasato dalla consueta passeggiata con il cane, lamenta un forte dolore al petto, seguito da difficoltà respiratorie, malessere alla schiena, al collo, alla mascella e al volto. La moglie decide, dunque, di accompagnarlo al pronto soccorso, dove viene sottoposto ad alcuni accertamenti, l’elettrocardiogramma e gli esami ematologici. Viene, quindi, rimandato a casa con la diagnosi di epigastralgia; il medico, di conseguenza, gli prescrivere una terapia con un farmaco gastroprotettore e lo rinvia al medico curante per un esame per la ricerca di batteri Helicobacter pylori. Il medico di famiglia, poi contattato, gli raccomanda telefonicamente di continuare con la terapia indicata dal Pronto Soccorso sandonatese, fissandogli un appuntamento per il 15 ottobre. Ma la situazione, per Valerio, non migliora: certo, il bruciore allo stomaco si attenua, ma tutti gli altri sintomi persistono. Alle 22 del 12 ottobre la moglie, rientrando in casa, sente il marito rantolare in salotto, incosciente e praticamente senza respiro. Forte della sua esperienza in ambito sanitario (a lungo ha prestato servizio in farmacia), prova a rianimarlo, cosa che faranno anche i sanitari del Suem; ma per il marito non c’è stato nulla da fare. 
 

LE CONCLUSIONI
L’esame autoptico ora confermerebbe la causa della morte, da far risalire a problemi cardiaci (“shock cardiogeno da tamponamento cardiaco acuto a seguito della rottura in sede intrapericardica di dissecazione aortica estesa all’aorta toracica in tutti i suoi distretti”). Spetterà al pubblico ministero stabilire se, nella condotta del medico del nosocomio, siano ravvisabili responsabilità penalmente rilevanti; insomma, se Valerio si sarebbe potuto salvare. Parallelamente si procederà anche in sede civile. L’autopsia in qualche modo escluderebbe responsabilità da parte del medico di medicina generale. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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