Bus caduto nel vuoto a Mestre: verifiche anche sul percorso da Venezia al camping

Lunedì 9 Ottobre 2023 di Monica Andolfatto
I resti del bus precipitato martedì scorso

MESTRE - Il bus della morte poteva o non poteva essere su quel cavalcavia? È un altro degli interrogativi che emergono a quasi una settimana dalla strage costata la vita a 20 stranieri in vacanza a Venezia e all’unico italiano, il conducente, trevigiano di Conegliano, Alberto Rizzotto di 40 anni. Il mezzo di proprietà de La Linea, società che ha in gestione il trasporto passeggeri su alcuni tratti urbani del servizio Actv, a meno che non avesse una specifica autorizzazione non avrebbe potuto, in quanto appunto mezzo di servizio urbano, percorrere il tratto autostradale che inizia appena terminata la discesa e che è pertinenza di Cav, come segnalato da apposito segnale verticale.
Se così fosse l’autista, proveniente da piazzale Roma, per raggiungere il camping di Marghera avrebbe dovuto imboccare ben prima la discesa che conduce in via Fratelli Bandiera e non proseguire in direzione della rotatoria tra tangenziale e Romea. Siamo sul campo delle ipotesi, lo ribadiamo, ma gli accertamenti dovranno chiarire anche questo aspetto.
Così come stabilire la natura del servizio navetta che svolgeva a uso esclusivo di una struttura privata: era svolto come servizio regolare specializzato o in regime di noleggio con conducente?

LE PERIZIE
Le perizie disposte dalla Procura di Venezia sono molteplici e riguardano la scatola nera del mezzo, il relitto, il telefonino di Rizzotto, i video delle telecamere interne al bus e quelli delle telecamere di video sorveglianza installate a ridosso dell’area del tragico volo di dieci metri. Il dilemma principale resta quello fra il guasto tecnico o il malore di chi guidava. L’autopsia sulla salma di Rizzotto è stata eseguita venerdì e gli esiti sono al vaglio degli inquirenti. Chi lo conosceva ne parla come una persona affidabile, preparata, in salute. Quando è precipitato insieme ai passeggeri che trasportava aveva iniziato il turno da meno di due ore. In particolare nel filmato diffuso che documenta gli ultimi istanti di vita di 21 persone, si percepisce con chiarezza quando il bus elettrico del peso di 130 quintali ha cominciato a sbandare sulla destra: è il momento in cui si spegne il primo lampione. Il mezzo continua a strisciare sul guardrail fino al “varco”, infila il “volat testa” della porzione successiva del guardrail strappandone circa cinque metri perché si incastra all’altezza delle ruota destra anteriore, si spegne il secondo lampione e c’è il salto nel vuoto.
 

IL GUARDRAIL
Il pezzo di guardrail strappato lo si vede bene dalle foto del bus rimosso e portato nel piazzale del mercato ortofrutticolo. Così come la ruota “disassata” e non allineata al pari delle altre. Questo suo cedimento è avvenuto prima dell’impatto o a seguito dell’impatto con il guardrail che si è letteralmente attorcigliato sotto al veicolo?
Sono tanti i punti da chiarire per individuare cause e responsabilità di una tragedia tanto assurda: la si poteva evitare?
Tutte le aziende che svolgono il servizio di trasporto sia di merci che di persone devono essere obbligatoriamente iscritte al Ren, il Registro elettronico nazionale, altrimenti non possono immatricolare veicoli.

Ultimo aggiornamento: 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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