Tragedia di Mestre. I pericoli del ponte nei rapporti dei vigili già nel 2015: segnalano che qualcosa nei guardrail non era più a norma

Domenica 8 Ottobre 2023 di Nicola Munaro
I pericoli del ponte nei rapporti dei vigili già nel 2015: segnalano che qualcosa nei guardrail non era più a norma

MESTRE - Nelle carte che la procura di Venezia ha sequestrato per far luce sullo stato di conservazione del cavalcavia Superiore di Marghera c'è anche un incartamento datato 2015: sono le segnalazioni che il reparto Motorizzato della polizia locale di Venezia aveva fatto arrivare in Comune sulle condizioni dell'infrastruttura e delle sue barriere di sicurezza.
Le relazioni che adesso verranno guardate dalla magistratura veneziana - insieme a tutte le carte relative all'opera - nascono spontanee a causa di una serie di incidenti che avevano avuto come teatro gli stessi punti nei quali martedì sera, alle 19.38, il bus navetta di La Linea ha scarrocciato per quasi cinquanta metri lungo il guardrail del cavalcavia tra Mestre e Venezia, per poi infilare il varco di sicurezza, proseguire cinque metri con la ruota anteriore destra sulla banchina laterale (alla quale sono agganciati i sottoservizi della città), inforcare la ripresa del guardrail e cadere nel vuoto per quindici metri, una volta che il bordo - non costruito per resistere a un peso di 13 tonnellate - ha ceduto.

Una concatenazione fatale costata la vita all'autista del bus, Alberto Rizzotto, 40 anni di Tezze di Piave (Treviso), e a venti turisti. Quindici i feriti, il primo dei quali è stato dimesso ieri mattina dall'ospedale di Mestre. Tutti tornavano all'Hu camping in town di Marghera dopo una gita a Venezia.

IL RAPPORTO

Le note del 2015 del Motorizzato prendono spunto dal lavoro di tutti i giorni: spesso in quel periodo gli agenti del reparto che si occupano degli incidenti stradali, sono chiamati a intervenire sul cavalcavia Superiore. Così, notando la sede stradale e le barriere di sicurezza, informano il Comune - in particolare l'ufficio che si occupa di viabilità e infrastrutture - della pericolosità non solo di un tratto che sta diventando vecchio per una mole di traffico in costante aumento. Ma segnalano anche che qualcosa nei guardrail non è più a norma, sia come costruzione sia come manutenzione. Sono, in buona sostanza, le stesse criticità riscontrate nel 2017 con le analisi, commissionate dal Comune, sui materiali e sulla vulnerabilità sismica, ed effettuate dagli Ingegneri Associati Gianfranco Baldan, Gianluca Pasqualon e Gianluca Baldan e da Ecis Srl a tutt'oggi, dunque, sono ancora tutte lì, in quel cavalcavia costruito nel 1967 e da allora "mai stato oggetto di interventi significativi di rafforzamento strutturale" è scritto nel Documento preliminare alla progettazione allegato alla delibera del 2018.

L'AUTOBUS

Intanto la settimana che si apre potrebbe essere quella buona per l'incarico ai periti di analizzare la scatola nera del bus di La Linea, trovata ancora intatta nel mezzo, ora sul piazzale dell'ex Mercato ortofrutticolo di Mestre, con una parte del guardrail ancora ben conficcata nella parte anteriore sinistra. La scatola nera, infatti, darà le sue verità avendo registrato ogni manovra del mezzo, velocità compresa e che comunque non sembra essere un fattore rilevante per l'indagine. Possibile che la procura chieda non solo la memoria interna del mezzo - dotata di sei telecamere, nessuna delle quali però puntata sull'autista per una questione di privacy - ma anche i dati inviati istante per istante alla ditta cinese che ha fabbricato il bus. Non sarebbe invece ancora nell'aria una consulenza sulle batterie al litio, propulsori del pullman. Fin da subito è stata prima smentita e poi esclusa la voce che parlava di un incendio iniziato quando il mezzo era ancora in corsa: fiamme ce ne sono state, ma si è trattato di un principio d'incendio successivo alla caduta e legato alla fuoriuscita del litio dalle batterie, una volta che l'autobus è volato dal cavalcavia Superiore. Tra gli accertamenti che la magistratura chiederà ai propri esperti, anche una perizia sullo stato del bus per escludere qualsiasi guasto tecnico: le immagini del mezzo, ora, mostrano la ruota destra del tutto disassata rispetto alla sua sede naturale: è la ruota che ha camminato sulla banchina per alcuni metri prima di fare lei il perno sul quale il bus si è impennato con la parte posteriore e poi è caduto dal cavalcavia. E sul caso, oltre alla procura di Venezia, ha aperto un suo incartamento anche il ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini.

L'ESAME

Attesa, anche, per l'esito dell'autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l'unico italiano coinvolto nella strage di Mestre. L'esame è stato eseguito nel tardo pomeriggio di giovedì ma nulla è trapelato e la causa della sua morte - dirimente per dare un indirizzo certo alle indagini e aprire anche tutta la partita dei futuri risarcimenti - è ancora sconosciuta. L'ipotesi principale è che il quarantenne autista abbia avuto un malore al volante. Quasi escluso il colpo di sonno: aveva iniziato il turno da meno di due ore.

Ultimo aggiornamento: 18:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci