«Il cavalcavia non è a norma», lavori in ritardo per burocrazia e Covid. Nello studio del 2018 già evidente «lo stato di degrado»

Sabato 7 Ottobre 2023 di Elisio Trevisan
«Il cavalcavia non è a norma», lavori in ritardo per burocrazia e Covid

MESTRE - Se l'Amministrazione comunale veneziana e gli uffici tecnici avessero potuto rispettare il cronoprogramma, il 23 maggio scorso il cavalcavia ristrutturato sarebbe stato collaudato e consegnato. È tutto scritto nero su bianco e porta la data del 12 settembre 2018 quando il sindaco Luigi Brugnaro firmò la delibera di Giunta che decideva l'"Adeguamento normativo e il consolidamento del nuovo cavalcavia superiore di Marghera".

Tempi burocratici, pandemia di Covid 19 e spostamenti di previsioni di bilancio hanno ritardato le varie fasi, e i lavori sono iniziati solo un mese e mezzo fa, la notte del 4 settembre.

Le tante criticità riscontrate nel 2017 con le analisi, commissionate dal Comune, sui materiali e sulla vulnerabilità sismica, ed effettuate dagli Ingegneri Associati Gianfranco Baldan, Gianluca Pasqualon e Gianluca Baldan e da Ecis Srl a tutt'oggi, dunque, sono ancora tutte lì, in quel cavalcavia costruito nel 1967 e da allora "mai stato oggetto di interventi significativi di rafforzamento strutturale" è scritto nel Documento preliminare alla progettazione allegato alla delibera del 2018.

CRITICITÀ MAGGIORI

Tra le più importanti problematiche evidenziate ci sono proprio alcuni elementi di cui si parla in questi giorni dopo la tragedia: i cordoli, "particolarmente degradati sul lato Marghera, con evidenti distacchi di porzioni di materiale"; la sicurvia e i parapetti: "Su entrambi i lati del viadotto, specialmente su quello verso Marghera, si rileva un importante e diffuso danneggiamento".

I guardrail, ove presenti, non sono conformi alle vigenti disposizioni legislative

E, ancora, i pulvini: "... dilavamento del calcestruzzo prodotto dall'azione dell'acqua mal canalizzata, distacchi del copriferro ed esposizione delle armature metalliche all'intradosso, distacco di porzioni di calcestruzzo. Sono presenti, inoltre, evidenti rotture al di sotto degli appoggi". Più in generale le analisi rilevarono "per tutte le strutture l'avanzato stato di degrado da imputarsi principalmente al deterioramento fisiologico dei materiali, alla carente manutenzione e alla mancanza di attenzione nei riguardi di tutti quegli elementi accessori che, se adeguatamente funzionanti, possono prolungare la vita in servizio dell'opera".


Da quando venne costruito fino al 30 settembre 2001 il cavalcavia superiore di Mestre è stato gestito dall'Anas; dal 1 ottobre 2001 è stato trasferito alla Provincia di Venezia; dal 2015/2016 è passato in carico al Comune di Venezia. Negli oltre 30 anni di gestione Anas non sono stati eseguiti interventi significativi, e nemmeno durante i 15 anni di gestione della Provincia. È stato il Comune di Venezia nel 2016 ad ordinare un primo incarico professionale per un rilievo piano-altimetrico ed architettonico. Eppure - com'è riportato negli allegati alle delibera del 2018 -, trattandosi di una via strategica di comunicazione ai fini di protezione civile, già l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (Opcm) 3274 del 20 marzo 2003 prevedeva l'obbligo per i proprietari (quindi la Provincia) della verifica sismica entro 5 anni dall'entrata in vigore della stessa, termine prorogato più volte e l'ultimo rinvio è scaduto il 31 marzo 2013.

E, ancora, il decreto ministeriale 14 gennaio 2008 impone che le costruzioni esistenti devono essere sottoposte a valutazione della sicurezza quando ricorra anche una solo di 8 situazioni: nel caso del cavalcavia superiore ricorre la seconda, "significativo degrado e decadimento delle caratteristiche meccaniche dei materiali". Per l'Anas da fine anni Sessanta al 2001 non valevano queste norme, ma per la Provincia di Venezia e per il Comune sì, anche perché il cavalcavia continuava ad invecchiare e il traffico ad aumentare. Fino al 2004 presidente della Provincia di Venezia fu Luigino Busatto del centrosinistra, dal 2004 al 2009 toccò a Davide Zoggia, sempre del centrosinistra, dal 2009 al 2014 fu la volta di Francesca Zaccariotto della Lega Nord (attuale assessora ai Lavori Pubblici della Giunta comunale di Brugnaro); poi ci fu un interregno del commissario straordinario Cesare Castelli fino a quando nel 2015 la Provincia diventò Città Metropolitana. Dal 15 giugno 2015 il primo (e attuale) sindaco metropolitano è Luigi Brugnaro, sindaco anche di Venezia.

Ultimo aggiornamento: 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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