Strage di Mestre. La solidarietà dopo la tragedia: perde le scarpe durante i soccorsi, in molti si mobilitano per regalargliene altre

Numerose offerte di aiuto per i due stranieri, tra i primi soccorritori a gettarsi tra le fiamme, che hanno ancora il dramma nel cuore

Venerdì 6 Ottobre 2023 di Marta Gasparon
Strage di Mestre. La solidarietà dopo la tragedia: perde le scarpe durante i soccorsi, in molti si mobilitano per regalargliene altre

VENEZIA - Dopo il dolore è il momento della solidarietà. Quella vera, fatta di gesti concreti e non solo di parole "acchiappa-like" da pubblicare su Facebook per ottenere visibilità. Le decine di messaggi ricevuti in queste ore dalla redazione de "Il Gazzettino" sono il simbolo di un'Italia che, pur attanagliata dai suoi problemi, vuole mostrare al mondo il suo volto migliore. Messaggi inviati subito dopo aver letto con commozione la storia di Godstime Erheneden, l'"eroe scalzo" che ha estratto viva dal bus una bambina, perdendovi all'interno il paio di scarpe che aveva addosso, e di Boubacar Toure, l'amico e collega entrato insieme a lui nel mezzo in fiamme. Parole che esprimono il desiderio di poter essere d'aiuto a chi non ha esitato a raggiungere la carcassa del pullman per trarre in salvo i passeggeri. Un po' come a voler restituire quello stesso bene che Godstime, 30enne nigeriano, operaio della Fincantieri, e Boubacar, 27enne gambiano, hanno seminato in una notte di terrore, fatta di destini spezzati in un attimo. Una solidarietà che le tante persone che si sono fatte avanti in queste ore vogliono però custodire con riserbo, per paura che le loro intenzioni possano essere mal interpretate. C'è chi addirittura preferisce non parlare e chi chiede che il proprio cognome non appaia. Basta poco, in fondo, per passare da chi vuole dare il proprio contributo sincero, qualunque esso sia, a chi è in cerca di pubblicità.

Le persone intervistate lo sanno bene e al telefono ribadiscono, quasi fosse un mantra, che il loro intento è solo quello di donare parte di quella stessa generosità che le vittime dell'incidente dell'altra notte hanno ricevuto da Godstime e Boubacar, arrivato in Italia a bordo di un barcone.


PENSIERO FISSO
Alla notizia dei tanti messaggi d'affetto ricevuti, Godstime risponde quasi incredulo: «Quando? Oggi (ieri, ndr)?». Il sorriso fatica però a comparire sul suo volto. Al suo posto un lungo sospiro che vale più di mille parole, che escono a fatica. «La mia testa non smette di pensare confida Godstime a poche ore dal suo rientro a Mestre, dopo essere stato a Palermo dalla sua famiglia, subito dopo la tragedia In questi giorni non sono riuscito a mangiare. Tutto ciò che ho visto in quel bus è ancora nella mia mente. Quei corpi feriti, le grida è stata la prima volta che ho assistito a qualcosa di simile». Lo shock fa passare tutto il resto in secondo piano, almeno per ora. Persino l'affetto della gente. La gratitudine non manca, certo, ma il dolore interiore sembra avere ancora il sopravvento. Chi gli ha offerto un paio di scarpe nuove, Godstime lo ringrazia, ma non vuole si pensi abbia la pretesa di aspettarsi qualcosa dagli altri. «Sabato mi incontrerò con una persona che ci tiene a regalarmi delle scarpe. A chi vuole aiutarmi non posso dire di no, c'è solo che da ringraziare».


I MESSAGGI
Tra i messaggi arrivati in redazione, quello di Barbara Mosole, socia insieme al fratello Massimo di "Maxima Design" di Montebelluna, azienda dedicata al mondo delle calzature. Le stesse che la signora Barbara vorrebbe far avere ai due giovani. «Non è questione di pubblicità, sia chiaro ribadisce lei più volte ma di aiuto. In caso di bisogno, vogliamo solo sappiano che noi ci siamo». Il loro gesto l'ha colpita, proprio come il sostegno ricevuto da tante persone in un momento della vita per lei particolarmente difficile, che la donna ha voluto ricambiare pensando proprio a Godstime e Boubacar. Mauro, di Scorzè, ha 68 anni e ha fatto avere il suo numero a Godstime dopo aver letto la sua vicenda. «Mi piacerebbe incontrarlo e andare ad acquistare un paio di scarpe nuove insieme a lui. Una cosa da fare in privato sottolinea l'uomo, oggi in pensione senza tanto clamore. Quando ho letto che le sue le aveva perse, ho pensato di ringraziarlo comprandogliene di nuove nel caso in cui gli servissero. Subito dopo la tragedia mio figlio, che abita vicino al luogo dell'incidente, mi ha contattato per avvisarmi che doveva essere successo qualcosa di grave. Poi, via via, abbiamo capito e seguito ogni notizia in diretta. Una vicenda che ci ha toccato nel profondo». Anche Martina, di Mogliano, moglie e madre di due figli, è rimasta profondamente toccata dalla vicenda di Godstime e del suo amico e collega. «Siamo una famiglia normalissima dice lei ma qualora fosse possibile, vorremmo offrire il nostro contributo: che questo significhi donare loro una cifra o accompagnarli a comprare qualcosa, magari anche per i loro figli, non importa. Nel nostro piccolo qualcosa possiamo fare. Mi ha colpita il fatto che non ci abbiano pensato due volte ad intervenire; hanno fatto qualcosa che non so se io sarei riuscita a fare. Ma loro non hanno avuto dubbi».

Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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