Strage di Mestre. Oliver ed Emilia, i fratellini tedeschi sul bus della morte: «Dov’è la mamma? Perché non viene da noi?». Ma lei non c'è più

Venerdì 6 Ottobre 2023 di Mauro Favaro
Strage di Mestre. Oliver ed Emilia, i fratellini tedeschi sul bus della morte

MESTRE (VENEZIA) - «Dov’è la mamma? Perché non viene da noi?». Le domande più naturali del mondo diventano agghiaccianti. Continuano a ripeterle Oliver ed Emilia Berger, i due fratellini tedeschi, rispettivamente di 13 e 3 anni, ricoverati nella Pediatria dell’ospedale di Treviso, dove è ospitato anche il loro cagnolino Yumi, dopo essere sopravvissuti al terribile incidente dell’autobus caduto dal cavalcavia a Mestre. Non sanno ancora che purtroppo la loro madre, Anne Eleen, non c’è più. Walther Bastian, papà della femmina e patrigno del maschio, ha riportato un trauma toracico, è stato intubato ed è ricoverato nella Terapia intensiva dove resta in condizioni critiche. Nello stesso reparto c’è Kateryna Sierova, ucraina di 33 anni. Anche le sue parole sono segnate dall’angoscia più profonda: «Come sta mia figlia? – ripete in ucraino e in inglese aiutandosi anche a gesti – la mia bambina, salvate la mia bambina».

Nell’incidente la donna ha perso il marito Dmytro. E adesso tutti i pensieri sono concentrati su sua figlia Anastasia, la bambina di 4 anni che sta lottando tra la vita e la morte nel centro grandi ustionati di Padova. 

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I PARENTI
Nelle scorse ore hanno iniziato ad arrivare in ospedale i parenti dei feriti. Mercoledì sera c’è stata la prima visita in pediatria di alcuni familiari dei due bambini tedeschi. E ieri in Terapia intensiva è arrivata da Lipsia anche la sorella di Bastian Walther. «Siamo sconvolti, vogliamo capire cos’è successo», si limitano a dire. A parlare di più, contattato dalla Bild, è il medico di famiglia Frank Radowsky, per il quale i due tedeschi lavoravano come assistenti medici: «È uno choc assoluto. Siamo profondamente scioccati, stamattina ho dovuto informare la mia squadra. Piangiamo per Eleen e speriamo tanto che Bastian ce la faccia. Eleen era una persona fantastica: pensava sempre prima agli altri e poi a se stessa». Per aiutare i due fratellini, il dottor Radowsky ha anche promosso una raccolta di fondi. Intanto Marco Fusco, direttore del Ca’ Foncello, ha accolto Tatjana Schenke, console aggiunta del consolato generale della Repubblica federale di Germania a Milano. «Restiamo a disposizione per qualsiasi necessità – ha detto la diplomatica – e ringraziamo i medici e tutto il personale degli ospedali che hanno lavorato e stanno lavorando per salvare il maggior numero di persone possibile».

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LE FRATTURE
Oliver ed Emilia hanno riportato una frattura vertebrale e una frattura del femore. La bambina è stata operata subito dopo l’arrivo a Treviso. Stando a quanto trapela, per entrambi la prognosi è di 30 giorni. Le ferite nell’anima, però, rischiano di essere ben più pesanti. I piccoli pazienti sono seguiti 24 ore su 24 dagli psicologi messi immediatamente a disposizione dall’Usl della Marca, più i relativi interpreti. È stato definito un percorso specifico per renderli pienamente consapevoli, anche se il 13enne ha già iniziato a guardare a quanto accaduto con lucidità. Entrambi si stringono più che mai a Yumi, il loro cagnolino. C’era anche lui, un bastardino, assieme alla famiglia nell’autobus della sciagura. I due operai della Fincantieri intervenuti subito dopo l’incidente, il gambiano Boubacar Touré e il nigeriano Godstime Erheneden, hanno estratto dal mezzo praticamente in contemporanea sia Emilia che il cagnolino. Da quel momento i due fratellini e l’animale non si sono più lasciati. Condividono gli stessi spazi in pediatria. Il cane è stato sottoposto ai necessari controlli veterinari. «C’è un percorso di umanizzazione delle cure che va avanti ormai da tempo. Anche gli ospedali hanno un cuore – sottolinea Sergio Cassella, coordinatore del servizio di supporto psicologico dell’azienda sanitaria trevigiana –. Più che una questione tecnica, la presenza del cagnolino viene considerata sotto l’aspetto umano. I bambini hanno subito un’alterazione improvvisa del loro stile di vita e del loro ambito di relazioni. Sappiamo che il cane può essere un componente importante del nucleo famigliare. Ed è stato lasciato per contribuire a ridurre il senso di solitudine, di abbandono o comunque di assenza»

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Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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