Tragedia di Mestre, così è precipitato il bus: la banchina ha ceduto sotto il peso del pullman che ha toccato per 27 volte il guardrail prima di cadere nel vuoto

La struttura dopo 5 metri ha ceduto e il mezzo si è inclinato: la coda si è impennata

Venerdì 6 Ottobre 2023 di Nicola Munaro
Tragedia di Mestre, così è precipitato il bus: la banchina ha ceduto sotto il peso del pullman poi la caduta nel vuoto

MESTRE - Ci sono nuovi e importanti particolari al centro della ricostruzione dell’incidente di martedì sera sul cavalcavia Superiore di Marghera, quando un bus elettrico de La Linea, diretto all’Hu Venezia camping in town di Marghera, è caduto nel vuoto per una quindicina di metri ingoiando le vite di venti turisti e dell’autista Alberto Rizzotto, quarantenne di Tezze di Piave, unica vittima italiana della tragedia.

Quindici, di cui cinque gravi, i feriti. Ed è un particolare che - aggiunto al varco di servizio di circa due metri nel guardrail - spiegherebbe da un punto di vista dinamico la caduta del mezzo, atterrato sull’asfalto con il tetto. Un particolare che porta al centro dell’indagine la strada e la sua manutenzione perché a causare il volo dell’autobus, ormai fuori controllo, sarebbe stato anche il cedimento della banchina tra il guardrail e la ringhiera. Una ricostruzione tecnica che prescinde da cosa sia successo all’autista, se cioè abbia avuto un malore o non sia stato più in grado di rimettere in carreggiata l’autobus.

IL PASSAGGIO

Secondo i primi rilevi la banchina si sarebbe affossata sotto il peso dalla ruota destra del mezzo de La Linea. 
Il bordo è quello sotto al quale sono agganciati i sottoservizi (cioè i cavi elettrici e le tubature) ed è costituito da una serie di lastre in cemento armato affiancate una all’altra. Non è pensato per reggere pesi come le 13 tonnellate del bus di turisti, e per questo una volta che il mezzo l’ha sormontato e dopo aver retto alcuni metri, ha ceduto sbilanciando il bus che a quel punto ha sollevato la parte posteriore.

LA CADUTA

«Punto certo», come l’ha definito il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, è il fatto che l’autobus abbia scarrocciato per poco meno di 50 metri appoggiandosi sulla barriera protettiva: sono 27 i punti di contatto evidenziati ieri dalla polizia locale durante un sopralluogo nel pomeriggio, al quale ha partecipato anche il comandante del corpo, Marco Agostini.
Una volta però perso l’appoggio con il guardrail - che è interrotto nella sua costruzione per creare una sorta di via di fuga - il mezzo ha avuto un’ulteriore virata verso destra, iniziando a correre con la ruota anteriore destra sulla banchina. Che dopo circa cinque metri, si è sfondata: lo evidenziano anche i rilievi effettuati già mercoledì mattina con la vernice gialla degli inquirenti. A corazzare ancora di più la tesi, il fatto che sul punto ceduto, c’è uno specchietto del bus ancora non rimosso.

LA TORSIONE

In quel punto, infatti, il bus si sarebbe come girato su se stesso. Il cedimento della parte anteriore destra ha portato a quanto si vede nel video ripreso dalla telecamera di sicurezza, cioè all’innalzamento della parte posteriore del mezzo, ormai troppo sbilanciato per rimanere in equilibrio, cadendo nel vuoto e aprendo, alle 19.38 e 38 secondi di martedì 3 ottobre, la storia della più grande tragedia viaria del Veneziano e del Veneto.

IL SOPRALLUOGO

Ieri pomeriggio, per tre ore, gli agenti della polizia hanno controllato il cavalcavia Superiore e la zona di caduta del bus, come indicato dalla stessa procura che formalmente (ne parliamo nell’articolo a fianco) non ha ancora affidato una perizia dinamica sull’incidente e sulle condizioni e la manutenzione della strada stessa ma - ha annunciato il procuratore Cherchi - intende farlo, una volta individuato un tecnico di alto profilo, esperto in materia ed estraneo sia ai luoghi sia al contesto. Gli agenti hanno segnato l’asfalto con la vernice quando si sono trovati di fronte a pezzi dell’autobus, come appunto lo specchietto sull’avvallamento lungo la passeggiata e il catarifrangente della freccia di indicazione del sorpasso. Poi sono stati segnalati a terra i 27 punti in cui il guardrail è stato toccato dalla carrozzeria del bus. È emerso anche che il bus, nella caduta e nella sua torsione, avrebbe colpito, piegandolo, il guardrail che ricominciava dopo l’interruzione per il varco di servizio nel quale il mezzo si era infilato dando il via alla catena di eventi che hanno portato alla caduta.

LA SCATOLA NERA

Nell’attesa dell’autopsia, alla società di trasporto - che gestisce alcune tratte in subappalto ad Avm e che l’altra sera stava riportando turisti ucraini, tedeschi, croati al campeggio dopo una gita a Venezia - è stato notificato solo l’atto di sequestro del mezzo, nulla più.
Non ci sono stati ancora accessi al mezzo da parte degli investigatori e la scatola nera non è ancora stata prelevata: sarà fondamentale, questa, per ricostruire con esattezza ogni istante dei 34 secondi immortalati dalla telecamera della Smart Control Room della polizia locale. Possibile che tanto l’analisi della scatola nera - vera e propria memoria del bus - e la perizia sullo stato del mezzo, arrivino una volta che si è chiusa l’autopsia.

LA VELOCITÀ

Dalla scatola nera, così come dalle relazioni che verranno fatte dagli inquirenti, emergerà con esattezza anche la velocità tenuta dal mezzo, comunque non alta e non significativa nella dinamica dell’incidente, come spiegato poche ore dopo i fatti dalla procura lagunare.

LE BATTERIE

Altro corno dell’inchiesta, le batterie al litio: «Le fiamme? Non c’è stato un vero e proprio incendio, ma c’è stata una fuoriuscita di gas dalle batterie di litio una volta che il bus è caduto a terra, di guasti precedenti alla caduta non abbiamo avuto riscontri al momento» aveva spiegato Cherchi. 
Sulle batterie al litio del bus elettrico e sul loro funzionamento, la procura ha comunque disposto accertamenti una volta che saranno rese inerti, e ci vorranno alcuni giorni. Nel frattempo sono state estratte dal mezzo di La Linea, sequestrate e portate in un capannone per concludere la procedura di raffreddamento.

Video

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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