Morto a 45 anni in ospedale a Venezia per le botte ricevute, due indagati

Martedì 26 Settembre 2023 di Gianluca Amadori
Bruno Modenese, 45 anni, di Pellestrina

PELLESTRINA - Bruno Modenese sarebbe stato picchiato al pronto soccorso di Venezia, forse nel tentativo di contenere i suoi modi aggressivi, e le lesioni subìte ne hanno provocato la morte, non voluta. La procura di Venezia ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale a carico di due persone, un ventinovenne di nazionalità albanese e un quarantacinquenne italiano, originario del napoletano, i quali sono stati convocati in procura per questa mattina per presenziare all’affidamento dell’incarico per l’autopsia alla dottoressa Bonvicini e al dottor Bissolotto. 


I due indagati avranno la possibilità di nominare consulenti di propria fiducia; lo stesso potranno fare gli avvocati Renato Alberini e Augusto Palese, che assistono i genitori del quarantacinquenne di Pellestrina, morto martedì scorso, due giorni dopo essere stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Civile di Venezia.

A coordinare le indagini è la pm Daniela Moroni, la quale non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Oggi sarà possibile ottenere maggiori dettagli per capire se le lesioni che hanno provocato la morte possano essere addebitate al personale deputato a garantire la sicurezza all’interno dell’ospedale, oppure se Modenese sia stato colpito da altri soggetti. Il personale sanitario sarebbe estraneo alle accuse.


LA DENUNCIA
A sollecitare l’apertura di un’inchiesta sono stati i genitori dell’uomo attraverso un esposto in cui chiedono che sia fatta chiarezza sulle ultime ore del figlio: «Presentava una ingiustificata rottura del setto nasale, visibili segni di ecchimosi al volto, la frattura dello zigomo sinistro - scrivono gli avvocati - con la presenza, a seguito di Tac e Agiotac, di emorragia cerebrale».


L’Ulss 3 ha costituito una commissione interna e ha annunciato che «collaborerà a tutte le verifiche».
Figlio di generazioni di pescatori, Bruno si era dedicato a questa attività, ma poi aveva lasciato il lavoro perché riconosciuto invalido al cento per cento: da tempo era in cura al Centro di salute mentale dell’Ulss 3. La sera di sabato 16 settembre era andato a mangiare la pizza con i genitori: il giorno seguente, tutti assieme, sarebbero dovuti partire in vacanza. Dopo cena era passato al bar a salutare gli amici, ma si era sentito male ed stato chiamato il “118“. Modenese è salito di propria volontà sull’ambulanza ed è arrivato al pronto soccorso accompagnato dai carabinieri «perché manifestava uno stato di alterazione e di aggressività».


Da quel momento i genitori non hanno più avuto sue notizie: al padre, recatosi il giorno seguente in ospedale per portare la biancheria al figlio, fu detto che Bruno era in terapia intensiva, «sedato, in quanto agitato e “respirava male”, ma che tutto era sotto controllo». In una successiva telefonata al padre fu detto che il figlio si trovava «in coma, dopo un arresto cardio-circolatorio». Il decesso è avvenuto la sera di martedì 19 settembre.
 

Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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