PELLESTRINA - Bruno Modenese sarebbe stato picchiato al pronto soccorso di Venezia, forse nel tentativo di contenere i suoi modi aggressivi, e le lesioni subìte ne hanno provocato la morte, non voluta. La procura di Venezia ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale a carico di due persone, un ventinovenne di nazionalità albanese e un quarantacinquenne italiano, originario del napoletano, i quali sono stati convocati in procura per questa mattina per presenziare all’affidamento dell’incarico per l’autopsia alla dottoressa Bonvicini e al dottor Bissolotto.
I due indagati avranno la possibilità di nominare consulenti di propria fiducia; lo stesso potranno fare gli avvocati Renato Alberini e Augusto Palese, che assistono i genitori del quarantacinquenne di Pellestrina, morto martedì scorso, due giorni dopo essere stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Civile di Venezia.
LA DENUNCIA
A sollecitare l’apertura di un’inchiesta sono stati i genitori dell’uomo attraverso un esposto in cui chiedono che sia fatta chiarezza sulle ultime ore del figlio: «Presentava una ingiustificata rottura del setto nasale, visibili segni di ecchimosi al volto, la frattura dello zigomo sinistro - scrivono gli avvocati - con la presenza, a seguito di Tac e Agiotac, di emorragia cerebrale».
L’Ulss 3 ha costituito una commissione interna e ha annunciato che «collaborerà a tutte le verifiche».
Figlio di generazioni di pescatori, Bruno si era dedicato a questa attività, ma poi aveva lasciato il lavoro perché riconosciuto invalido al cento per cento: da tempo era in cura al Centro di salute mentale dell’Ulss 3. La sera di sabato 16 settembre era andato a mangiare la pizza con i genitori: il giorno seguente, tutti assieme, sarebbero dovuti partire in vacanza. Dopo cena era passato al bar a salutare gli amici, ma si era sentito male ed stato chiamato il “118“. Modenese è salito di propria volontà sull’ambulanza ed è arrivato al pronto soccorso accompagnato dai carabinieri «perché manifestava uno stato di alterazione e di aggressività».
Da quel momento i genitori non hanno più avuto sue notizie: al padre, recatosi il giorno seguente in ospedale per portare la biancheria al figlio, fu detto che Bruno era in terapia intensiva, «sedato, in quanto agitato e “respirava male”, ma che tutto era sotto controllo». In una successiva telefonata al padre fu detto che il figlio si trovava «in coma, dopo un arresto cardio-circolatorio». Il decesso è avvenuto la sera di martedì 19 settembre.
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