Truffa Ue, altri 50 indagati. Caccia ai complici nelle istituzioni e nei Servizi segreti

Sabato 6 Aprile 2024 di Gianluca Amadori
Truffa Ue, altri 50 indagati. Caccia ai complici nelle istituzioni e nei Servizi segreti

VENEZIA - È solo all’inizio l’indagine coordinata dalla Procura europea (Eppo) sulla maxi frode realizzata approfittando dei fondi Pnrr e dei vari bonus edilizi ed energetici, nella quale giovedì sono finite in carcere 8 persone, altre 14 agli arresti domiciliari e nei confronti di due professionisti è stata emessa un’interdittiva.
Nell’inchiesta, infatti, risultano indagate ulteriori cinquanta persone, nei confronti delle quali la Guardia di Finanza sta proseguendo gli accertamenti, finalizzati a ricostruire numerosi altri illeciti, ma anche a cercare di individuare un punto di contatto con l’organizzazione i cui capi vengono indicati dagli inquirenti nel bresciano Franco Enrico Borghi, residente a Treviso, nel tedesco Stefan Lehman, residente a Pistoia, nell’altoatesino Alexander Mair, nell’austriaco Christian Washing e nella compagna di Mair, Zhanna Zozulya.


CONNIVENZE E COMPLICITÀ
Ma non è questo l’unico filone ancora da sviluppare: la responsabile veneta dell’Eppo, la dottoressa Donata Patricia Costa, è intenzionata a scavare anche nella direzione di possibili connivenze e complicità: la Guardia di Finanza fatica a credere che, nell’erogare finanziamenti di ingente importo, nessuno si sia accorto che a presentare domanda erano azienda che, in alcuni casi, avevano cambiato da poco sede sociale e amministratori, depositando lo stesso giorno, a ridosso della presentazione della domanda di finanziamento, i bilanci di tre annualità che evidenziavano una situazione solida. Come accaduto nel caso di una società che, fino a pochi mesi prima, gestiva un piccolo market e fatturava 20mila euro all’anno. L’inchiesta ha portato a scoprire che in numerosi la documentazione presentata per ottenere i fondi era contraffatta.
In un’intercettazione citata nell’ordinanza di custodia cautelare, la giudice per le indagini preliminari di Roma, Mara Mattioli fa riferimento ad un colloquio intervenuto nel novembre del 2023 tra Mair e un altro indagato, l’avellinese Maurizio De Simone, i quali fanno esplicito riferimento al nome di un «loro “aggancio” per accedere in via preferenziale a Simest», la società di Cassa depositi e prestiti, dalla quale i presunti truffatori sono riusciti ad ottenere ingenti finanziamenti.
Lo stesso gip evidenzia le modalità per eludere le indagini adottate dai componenti della contestata associazione per delinquere, «attraverso conoscenze in ambienti istituzionali». Ma non solo. Grazie ad un altro colloquio intercettato dalle Fiamme Gialle, avvenuto il 15 novembre del 2023 tra Mair e il rodigino Federico Bianchi, gli inquirenti hanno potuto scoprire che il secondo ostentava «il fatto di poter accedere a canali più sensibili dello Stato per il raggiungimento di scopi personali e disporre di illeciti favoritismo presso gli organismi di giustizia attraverso l’intercedere di soggetti deviati appartenenti ai Servizi Segreti, dietro il pagamento di corrispettivi, illustrati come se esistesse un vero e proprio tariffario».
Nell’intercettazione Bianchi fa riferimento ad un’attività di “pulizia” del casellario giudiziario, dietro pagamento di ingenti somme di denaro. «Ma glieli fanno sparire?», domanda incredulo Mair. «Glieli spostano... parlano con il pubblico ministero... gli spostano le date... a me aveva fatto una cortesia quando avevo quel problema... quello con le carte di credito... ma io a lui ho pagato poco... mi avevano chiesto cento e passa mila euro...»
Lo scenario, insomma, è quello di un’organizzazione sicuramente non improvvisata, capace di pianificare le truffe nei minimi dettagli per poi far sparire i soldi su conti esteri, con l’obiettivo di sottrarli alle inchieste.


I SEQUESTRI
Per impedire che parte del denaro sottratto possa essere fatto sparire, la Procura europea ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo dei crediti d’imposta che risultano attivi nei cassetti fiscali facenti capo alle società coinvolte nella frode: circa 600 milioni di euro riferiti principalmente a bonus facciate, aiuto crescita economica, e ottenuti dalle società Avion Energy srl, Conmatic srl, Db Service srl, Digimark Group srl, Job & Joy srl, Mailpostboxes srl, MQuadro servizi srl, My Home solution srl, Omega srl, One X time srl, Pro Zoo srl, Rami Trade srl, Royale srl, Sal srl, Washing legnai srl e Avin srl.
Per gli arrestati è previsto l’interrogatorio di garanzia, che si svolgerà per rogatoria nelle varie località in cui si trovano detenuti: gli investigatori confidano che qualcuno degli indagati decida di collaborare, contribuendo a fare piena luce sui meccanismi della presunta maxi truffa.
 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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