Pellestrina. Morto a 45 anni in Psichiatria per un arresto cardiaco: grazie agli organi di Bruno una nuova vita per quattro persone

Lunedì 25 Settembre 2023 di Lorenzo Mayer
Morto a 45 anni in Psichiatria per un arresto cardiaco: grazie agli organi di Bruno una nuova vita per quattro persone

LIDO - L’atto di generosità di Bruno Modenese ha ridonato la vita a quattro persone. Mentre la giustizia sta facendo il suo corso per fare chiarezza sulle cause della morte del 45enne, tutta la comunità di Pellestrina si è stretta attorno alla famiglia.

Per questa vicinanza i fratelli di Bruno, Marco ed Emanuele, hanno voluto pubblicare un post sui social e sui gruppi Facebook.

L’APPELLO

«L’unica cosa che chiediamo è giustizia – scrivono i due fratelli - Grazie a tutti gli amici che sono venuti a dare un saluto alla nostra famiglia, che ci hanno portato foto e tanto affetto in onore di nostro fratello Bruno, morto ucciso a botte in un ospedale dove dovevano porgergli delle cure. Cuore, fegato e reni hanno aiutato quattro persone e questo è l’unico sollievo per la nostra famiglia. Bruno generoso prima e dopo la sua morte».

L’INCHIESTA

Si attende ora di sapere cosa stabilirà l’autopsia. Nel frattempo un gruppo di realtà che si occupa di pazienti fragili ha inviato una lettera aperta. A sottoscriverla sono stati: Archivio Basaglia, Associazione Festival Dei Matti, Cgil di Venezia e del Veneto, Cittadinanza e Salute, Conf. Basaglia, Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale, ..e tu slegalo subito e Unasam. “Abbiamo appreso con sgomento la notizia della morte di un uomo di 45 anni, Bruno Modenese, originario di Pellestrina – si legge nel testo - all’ospedale civile di Venezia dei santi Giovanni e Paolo dopo un ricovero in diagnosi e cura per paziente psichiatrico avvenuto nei giorni scorsi. I contorni della vicenda appaiono ancora sfumati e saranno compito della magistratura i dovuti accertamenti e l’individuazione di eventuali responsabilità di questa morte improvvisa. Come associazioni e cittadini da anni impegnati per la tutela dei diritti fondamentali delle persone con sofferenza mentale e per contrastare pratiche psichiatriche che nulla hanno di terapeutico, ancorate a una cultura che può diventare fortemente lesiva dell’integrità e della dignità degli utenti”. Si apre così una riflessione più ampia. “Non possiamo esimerci dal porci domande intorno ad alcuni elementi riportati in questi giorni che ci pare rendano particolarmente drammatico l’accaduto: il fatto che l’uomo fosse stato sedato e contenuto (legato) dopo una richiesta d’aiuto spontanea e il ricovero, e che al decesso, avvenuto dopo il trasferimento in rianimazione, presentasse ecchimosi sul volto e il setto nasale rotto. Stringendoci ai famigliari della vittima chiediamo, pur consapevoli della necessità di potenziare le risorse e il personale dei servizi, che sia fatta piena chiarezza sull’accaduto; e di nuovo, a tutela di tutta la cittadinanza, chiediamo con forza che venga abolito il ricorso alla contenzione, una pratica aberrante e pericolosa che i protocolli regionali, con lo scopo di regolamentarla, finiscono per continuare a legittimare”.

ATTESA PER LE ESEQUIE

Nel frattempo non è ancora stato dato il via libera al funerale. E tra gli effetti personali dell’uomo morto che sono stati riconsegnati alla famiglia in un sacco nero, pare che al momento non sia stata ancora recuperata la camicia che indossava al momento del ricovero in ospedale.

Ultimo aggiornamento: 07:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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