Furbetti del buono spesa scoperti dagli uffici comunali

Domenica 12 Aprile 2020 di Claudia Borsoi
Furbetti del buono spesa scoperti dagli uffici comunali
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VITTORIO VENETO  Pensavano di farla franca, e invece gli uffici comunali li hanno smascherati. Furbetti del buono spesa prontamente individuati dai dipendenti comunali di Vittorio Veneto, chiamati negli ultimi giorni a verificare le oltre 150 domande fino ad ora arrivate. Una trentina di queste, quindi un 20%, erano però false attestazioni: ad esempio il richiedente asseriva di aver perso il lavoro, quando in realtà un impiego ce lo ha. Ancora una volta c’è qualcuno che, anche in un momento segnato da una pandemia che ha stravolto la quotidianità come mai prima d’oggi e innescato ripercussioni sociali ed economiche in molte famiglie, tenta di approfittarsi dei sostegni messi in piedi dal Comune con le somme stanziate dal Governo.
L’iniziativa dei buoni spesa è rivolta a quelle famiglie che, non avendo più delle entrate e non avendo dei soldi da parte, non riescono ora nemmeno ad acquistare generi di prima necessità. Decine e decine le domande arrivate (c’è tempo fino al 15 maggio), tutte vagliate dai dipendenti comunali che hanno scoperto, e smascherato, i furbetti del buono spesa. Li chiama così anche il sindaco Antonio Miatto: «I soldi dei buoni spesa vanno a chi ne ha realmente diritto, non ai furbetti».
Quali strategie hanno messo in atto i furbetti per avere dal Comune di Vittorio Veneto il buono spesa?
«Ad esempio hanno giocato su residenza e domicilio – spiega il sindaco Miatto -. Con domicilio a Vittorio Veneto e residenza in altro Comune hanno presentato la domanda per il buono spesa due volte, cioè in ciascun Comune, nel tentativo di riceverne non uno, ma due».
A Vittorio Veneto la giunta ha stabilito un buono da 60 euro a settimana per una famiglia con un solo componente, di 90 euro se con due componenti, di 150 euro con tre, di 180 euro con quattro e di 210 euro con 5 e oltre componenti del nucleo familiare. «Altri furbetti hanno autocertificato – prosegue il sindaco – di aver perso il lavoro, ma non era così: i nostri uffici li hanno smascherati. Complessivamente le false autocertificazioni sono una trentina, pari ad un 20% circa delle domande fino ad oggi arrivate».
E il Comune, di qui al 15 maggio, promette di non abbassare la guardia. I cittadini sono dunque avvisati: nessuno potrà approfittare della “solidarietà alimentare” varata a livello nazionale.
A Vittorio Veneto le richieste possono essere avanzate da quei nuclei in cui almeno un componente adulto, al 31 marzo, risulta disoccupato o in ridotta attività lavorativa, oppure già in carico a servizi sociali, Caritas o San Vincenzo de Paoli o famiglie composte da sole persone anziane.
Ultimo aggiornamento: 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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