Calci e pugni all'ex compagna davanti al figlio di un anno: imprenditore vitivinicolo condannato

Venerdì 15 Settembre 2023 di Giuliano Pavan
Violenza contro l'ex compagna

VALDOBBIADENE - Dieci mesi di reclusione, 2mila euro di provvisionale e la quantificazione totale dei danni da stabilire in sede civile. È la sentenza, dopo una lunga battaglia legale, dal tribunale di Treviso nei confronti di un 32enne, noto imprenditore vitivinicolo di Valdobbiadene, socio di una cantina che produce vini di gamma medio-alta, trascinato davanti al giudice dall'ex compagna, costituitasi parte civile con l'avvocato Daniele Panico. L'uomo, accusato di lesioni e che ha sempre sostenuto la propria innocenza tanto da voler affrontare il processo, era invece difeso dall'avvocato Luciano Gazzola.

E vista la sentenza di condanna, è probabile che venga presentato ricorso in appello dopo il deposito delle motivazioni.

LA VICENDA
Il capo d'imputazione parla di calci e pugni, oltre a insulti e minacce che inizialmente avevano spinto la Procura a ipotizzare anche il reato di maltrattamenti in famiglia, poi decaduto in fase d'indagine. Accuse derivanti dalla denuncia sporta dalla vittima, madre di un figlio che all'epoca dei fatti aveva appena un anno e che avrebbe assistito ai litigi della coppia tanto da accusare, col passare del tempo, sempre più disturbi emotivi. Motivo per cui la vittima, sempre secondo la denuncia, aveva deciso di tornare a vivere con i genitori dopo poco più di un anno di convivenza.

IL RAPPORTO
Si è parlato di battaglia legale perché i fatti risalgono addirittura al 2016 e la sentenza di primo grado è arrivata dopo 7 anni. L'episodio più grave si è verificato il 19 dicembre quando, al termine di una delle tante litigate, la vittima si è presentata al pronto soccorso di Montebelluna con un dito della mano sinistra rotto e contusioni multiple su tutto il corpo. La prognosi fu di 20 giorni. «Fin dall'inizio della convivenza il comportamento del mio ex compagno non è mai stato ortodosso - ha scritto la giovane nella denuncia - Il suo comportamento era lungi dall'essere quello di un buon padre». Già, perché la donna sostiene che quando l'imprenditore tornava a casa dal lavoro non smetteva di insultarla anche davanti al bambino «che reagiva con pianti e urla». Il 29 gennaio 2017 la decisione di andare via di casa e tornare dai suoi genitori. La speranza era che i rapporti diventassero meno tesi. Ma non fu così: telefonate, visite inaspettate e ancora litigi non si placavano, tanto che in un paio di occasioni è stato chiesto l'intervento dei carabinieri. Una situazione al limite che ha spinto la vittima a sporgere denuncia e il giudice a emettere una sentenza di condanna.
 

Ultimo aggiornamento: 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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