Trevigiano in trappola: «Viviamo in cantina, non si può scappare e stiamo finendo il cibo»

Martedì 1 Marzo 2022 di Roberta Merlin
L'orrore della guerra in una delle immagini inviate da Torstyantes
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SAN ZENONE - «Sono chiuso in cantina con mia moglie da giorni. Stiamo finendo il cibo. Non c’è più gas e acqua. Fuori morte e distruzione. Non so come farò nei prossimi giorni». È drammatico il racconto del trevigiano Giuseppe Zen, 67enne di San Zenone degli Ezzelini, da 8 residente a Trostyanets, nella regione di Sumy, in Ucraina: ormai da diversi giorni vive isolato nel sotterraneo della sua abitazione per cercare di mettersi al riparo dai bombardamenti.

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NESSUNA VIA DI FUGA


Due giorni fa la coppia era pronta a raggiungere un connazionale a Vinnycja, a circa 120 chilometri da dove abitano, per tentare di oltrepassare il confine in auto, ma le bombe hanno raggiunto le città che avrebbero dovuto attraversare. «Eravamo pronti a partire dopo il coprifuoco, verso le cinque di venerdì – racconta al telefono il trevigiano -. Ad attenderci un amico pensionato originario di Rovigo. Mia moglie si è messa a piangere, ha avuto paura. Ho dunque chiamato l’Unità di crisi e mi hanno detto di non mettermi in strada poiché i russi stavano avanzando lungo il percorso che avrei dovuto intraprendere».

Fuggire, in questo momento, è pericoloso e, in alcune zone del paese, è impossibile garantire “corridoi” sicuri. «Molti civili sono stati uccisi mentre tentavano di scappare in auto. I loro corpi sono da giorni lungo le strade. La polizia non c’è più. Ormai si combatte ovunque». 


LA CITTA’ FANTASMA


Il racconto di Zen è drammatico. «Ci siamo rifugiati in cantina – racconta Zen -. Dormiamo per terra con qualche coperta. Fortunatamente, da buon veneto, ho da parte ho dei salami e un po’ di vino. Ieri ho trovato della farina e siamo riusciti a farci del pane. I negozi del paese sono chiusi dopo essere stati presi d’assalto dagli abitanti della zona. Non c’è più nulla. È una città fantasma».


I SACCHEGGI


Proprio a Trostyanets, l’altro giorno, un gruppo di soldati russi ha saccheggiato un negozio impossessandosi di quel poco cibo rimasto. La scena è stata immortalata da una telecamera di sicurezza del supermercato e circola sui social. Immagini che testimoniano che ormai le truppe russe sono allo sbando, a loro volta in difficoltà: a corto di cibo e rifornimenti da Mosca, iniziano a depredare le aree occupate. 


LA FAMIGLIA NELLA MARCA


«Siamo una piccola comunità di pensionati veneti che vivono qui in zona da diversi anni – racconta l’uomo -. In molti sono riusciti a scappare prima dell’arrivo delle bombe. Noi purtroppo no ed, ora, ho paura di non vedere più i miei figli e i miei nipoti – si commuove -. Loro abitano a San Zenone degli Ezzelini ( Treviso). Io mi sono trasferito in Ucraina dopo la pensione. Ho lavorato 27 anni alla Benetton. A Treviso c’è anche mia mamma 90enne. Mi telefona piangendo, mi dice di scappare, teme di non vedermi più». «Mai mi sarei aspettato che Putin si spingesse a tanto – continua il trevigiano -. Grazie al presidente Zelens’kyj la situazione in Ucraina era parecchio migliorata negli ultimi 2 anni. Il fatto che fosse riuscito ad asfaltare 13 mila chilometri di strade, prima impercorribili, ci faceva ben sperare per il futuro. Invece, ora, la guerra ha portato morte e distruzione». «In questo momento ci sentiamo davvero in pericolo – conclude Zen -. Se i miliziani ceceni arriveranno fino a qui non si salva nessuno. Cerco di tranquillizzare mia moglie dicendole che quest’estate torneremo a Jesolo per le vacanze. Però non so come andrà a finire se i russi riusciranno a prendere il governo». 

Ultimo aggiornamento: 16:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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