Droga, sesso e bestemmie nel campetto del prete a Biadene. Il don lo chiude

Domenica 5 Febbraio 2023 di Laura Bon
Droga, sesso e bestemmie nel campetto del prete a Biadene che lo chiude

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Dai preservativi ai resti di bottiglie di alcolici. Dagli spinelli alla sporcizia. E poi bestemmie urlate a squarciagola, prese in giro e abbigliamento inadeguato. Al punto che il parroco di Biadene chiude con inferriate e lucchetto il campetto parrocchiale. Alla violenza si aggiunge ora anche il degrado. E i protagonisti sono sempre i giovanissimi. A una settimana dall'accoltellamento di un 18enne in piazza Marconi e dall'aggressione alla sorella, scoppia un altro caso che fa discutere, mentre i carabinieri blindano la città per scongiurare altri fatti di sangue.

Baby bulli, linea dura anche nel campetto 

Anche il campetto parrocchiale di Biadene è blindato: don Davide, parroco di Biadene e Caonada, ha deciso di chiuderne l'accesso. I ragazzi che lo vogliono utilizzare devono chiedergli la chiave e lasciare un oggetto come cauzione. Una scelta forte, quella del parroco, che sta suscitando dibattito in parrocchia e non solo. A fianco di molti che appoggiano la scelta del don, altri, invece, lo contestano. «Ufficialmente, la gente mi dà ragione - dice don Davide - ma qualcuno contesta, purtroppo senza metterci la faccia. Sono proprio loro che possono venire ad aiutare. Siamo di fronte a ragazzi abbandonati dagli adulti, che si lasciano andare a insulti, bestemmie, mancanza di rispetto. Nessuno ha detto loro di non venire, ma per farlo devono chiedere la chiave. E restituirla: non come è accaduto una delle ultime volte. Tollerare questa situazione non mi sembra nemmeno giusto verso le donne che puliscono la parrocchia».

«I giovani sono fuori controllo»

Poi prosegue: «Alcuni ragazzi sono fuori controllo -prosegue- verso i luoghi e verso le persone. Al campetto venivano giovani che non si facevano problemi a bestemmiare, anche quando qualche fedele entrava in chiesa a pregare o per un funerale. Era un continuo urlare e poi non c'era attenzione neanche per l'abbigliamento. C'era chi lasciava rifiuti e poi di notte succedeva di tutto: abbiamo trovato alcolici, spinelli, preservativi». E fa riferimento poi ai fatti di cronaca dei giorni scorsi. «Sarà anche un'emergenza a livello nazionale -dice- ma noi ce la troviamo a casa nostra e le difficoltà non mancano. I dispetti, purtroppo, sono ormai all'ordine del giorno anche per noi». Il tema fa capolino anche nel bollettino parrocchiale della prossima settimana. «L'emergenza educativa c'è -scrive il don- Anche da noi. Approfitto di quanto circola sulla recinzione del campetto da calcio della parrocchia di Biadene per rilanciare la questione, perché siamo costretti a trovare insieme risposte appropriate. In questo momento la soluzione non è quella di far finta di niente, di lasciare che le cose vadano avanti senza dire o fare nulla, di abbandonare i ragazzi a fare quello che vogliono. Non si tratta neanche di delegare solo a qualcuno questo compito e neanche di puntare il dito. Ricordiamoci che ci sono dei diritti e dei doveri per tutti: anche per i ragazzi, per gli adulti e per i credenti».

Pattuglie anti risse

Intanto da ieri, 4 febbraio, i carabinieri hanno intensificato i controlli nelle zone del centro in cui i giovani si danno appuntamento. L'allerta è alta dopo l'accoltellamento di Maharrem Dedja, il 18enne preso di mira sabato sera in piazza Marconi da una quindicina di ragazzi e finito all'ospedale. La stretta riguarderà i luoghi frequentati dai giovani, in particolare: piazza Marconi, la zona della stazione ferroviaria, quella del municipio e il parco Manin. L'obiettivo è scongiurare altri fatti di sangue: si temono ritorsioni e violenze. Come peraltro è già avvenuto ai danni della sorella, aggredita lunedì in stazione dopo aver indicato uno dei possibili aggressori. Continuano le indagini per smascherare l'intero branco.

Ultimo aggiornamento: 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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