Calci e pugni in piazza sabato sera: accoltellato un diciottenne

Lunedì 30 Gennaio 2023 di Laura Bon / Valeria Lipparini
Carabinieri in piazza a Montebelluna

MONTEBELLUNA -  Rissa tra giovanissimi in pieno centro, a Montebelluna. Torna la paura delle baby gang. Degli assalti del sabato sera tra bande rivali. Per screzi e motivazioni banali, spesso futili. Quel tanto che basta per attaccare briga. Solo che sabato sera è stato più grave del solito. Perchè un 18enne è stato accoltellato al fianco.

E ha rischiato. Il coltello aveva probabilmente la lama lunga e affilata. L’arma non è stata trovata in quanto chi l’ha usata ha provveduto a sbarazzarsene subito dopo. Ma il taglio inferto al 18enne, albanese, è penetrato in profondità nel fianco sinistro senza, per fortuna, ledere organi vitali.


I FATTI
La rissa è scoppiata in piazza Marconi, all’altezza della pista di pattinaggio. E ha coinvolto una decina di ragazzini, tra i 15 e i 18 anni, in parte italiani, in parte stranieri ma naturalizzati. Stando alle prime ricostruzioni sembra che la scintilla sia partita per caso, dall’incontro di un paio di loro. Questioni in sospeso e vecchie ruggini che covavano sotto la cenere sono state tirate fuori in un crescendo di minacce, spintoni, e poi calci e pugni. Il gruppetto iniziale si è man mano ingrossato, coinvolgendo altri coetanei che si trovavano a passare per quello che è uno dei loro punti di ritrovo. Così la rissa è degenerata. E la gente che transitava per la piazza, molti giovani si è spaventata. Uno dei giovanissimi della gang, ad un certo punto, ha tirato fuori un coltello e lo ha affondato nel fianco del rivale. M.D., del 2004, è caduto a terra in una pozza di sangue. Urlava per il dolore, anche perchè la ferita è risultata profonda. Ed è stato a quel punto che una passante ha allertato il Suem 118. Un’altra telefonata è partita dagli stessi minorenni che hanno chiesto aiuto. L’ambulanza è accorsa in piazza Marconi e, contemporaneamente, è uscita una pattuglia dei carabinieri della locale stazione, guidata dal comandante Gabriele Favero. I sanitari hanno medicato il giovane e l’hanno trasferito in ospedale. Le sue condizioni non destano particolare preoccupazione, ma è stato fortunato. La coltellata è stata portata con l’intento di fare male e avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi. Sulla vicenda indagano i carabinieri.


IL SINDACO
A prendere posizione, in una vicenda dai contorni drammatici, con protagonisti, ancora una volta, baby gang e minorenni, il sindaco Adalberto Bordin. Che ribadisce concetti per lui fondamentali. «Innanzitutto -dice- tengo a precisare che il problema non riguarda solo Montebelluna, ma si è verificato, in tempi più e meno recenti, anche in altre città e cittadine». Alla base, a suo avviso, c’è un problema legato al fatto che «ragazzi e adulti hanno un senso di impunità legato alla mancanza di leggi e pene adeguate». «Al di là di questo, credo vada sottolineata l’importanza della famiglia e di un’educazione solida. Non possiamo presupporre che le famiglie siano sostituite da sindaci, assessori, consiglieri comunali nell’educazione dei figli. E’ un ruolo che spetta a loro per prime». Detto questo il primo cittadino conclude: «Rivolgo un ringraziamento alle forze dell’ordine che sono intervenute e che ora stanno indagando». Invitando a non generalizzare: «Non condanniamo generazioni intere per colpa di quattro deficienti. Ricordo l’intervento svolto in settimana al liceo Veronese di fronte ad un pubblico di ragazzi attentissimi e curiosi. E’ il dubbio però che ogni piantina che cresce va sostenuta e il sostegno non può e non deve essere solo esterno».

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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