Rissa di Vittorio Veneto per debiti e lavoro in nero. Il nodo del mercato edile

Giovedì 20 Ottobre 2022 di Mauro Favaro e Maria Elena Pattaro
Rissa a Vittorio Veneto, ecco i motivi
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TREVISO - Lavori non pagati e probabilmente eseguiti in nero. Sarebbe questo il movente del sanguinoso pestaggio avvenuto lunedì sera a Serravalle di Vittorio Veneto in cui tre fratelli albanesi-vittoriesi sono rimasti feriti. A guidare la spedizione punitiva due fratelli connazionali, residenti a Conegliano. I cinque protagonisti identificati lavorano tutti nella galassia edile, qualcuno come titolare di aziende individuali, qualcun altro invece come semplice operaio, con una certa mobilità tra le imprese gestite da albanesi e altri balcanici e non sempre con un contratto regolare. È in questa selva (che i bonus statali hanno contribuito a infittire) che gli inquirenti stanno cercando le motivazioni del brutale pestaggio. L'ipotesi principale è appunto quella dell'agguato a sfondo economico maturato appunto nel settore delle costruzioni. Oltre alle indagini sul fatto di sangue, i carabinieri stanno cercando di mappare il settore, in cui nell'ultimo anno e mezzo sono proliferate imprese gestite da balcanici, che spesso reclutano la manodopera tra i connazionali.

Con il rischio che anche eventuali controversie, legate a committenze e pagamenti non saldati, vengano risolte con la forza all'interno della comunità di appartenenza. A maggior ragione se alla base ci sono accordi in nero, pagamenti fuori busta e se il lavoro si intreccia con affari illeciti. Stamattina al vertice sulla sicurezza e l'ordine pubblico convocato in Prefettura si parlerà anche di questo.

Come in una giungla

A mettere in guardia sui rischi di un settore non adeguatamente regolamentato e sorvegliato non sono soltanto le forze dell'ordine, ma anche i sindacati. «Il mercato dell'edilizia si è trasformato in una specie di giungla. Saranno le indagini a chiarire se esiste un nesso tra questo e le ultime risse. Quel che è certo è che il settore dovrebbe essere regolato meglio. I bonus hanno fatto proliferare le imprese edili, senza adeguate garanzie sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e senza la certezza dell'applicazione dei contratti nazionali, che contengono una serie di tutele, non da ultimo sui salari». A indicare i nodi irrisolti nel mondo dell'edilizia è Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl di Treviso e Belluno. «In tutto ciò, non si può tralasciare il rischio di infiltrazioni mafiose, in alcune situazioni già acclarate nel nord Italia - aggiunge - il risultato è un dumping sociale e una concorrenza sleale che dà origine a una zona grigia. E in questa può succedere di tutto». Quale potrebbe essere la risposta? «Inserire dei criteri in modo che non si possano improvvisare imprese edili che giocano anche su contratti e stipendi per muoversi in margini stretti - dice Paglini - un Durc (documento unico di regolarità, ndr) sulla sicurezza rappresenterebbe già una discriminante tra una zona grigia e la zona bianca. Così come l'obbligo di applicare i contratti nazionali».

Lo scenario

Senza un intervento, le tensioni potrebbero pure peggiorare. La fine del Superbonus del 110% rischia di far esplodere una bolla che è andata via via ampliandosi nel mercato dell'edilizia privata. In sostanza, lo spazio si sta riducendo e molte imprese nate nell'ultimo periodo potrebbero ritrovarsi tagliate fuori. «Se non ci sarà un accompagnamento - avverte Paglini - si porrà un problema grande come una casa». I timori sono condivisi da Mauro Visentin, segretario generale della Cgil di Treviso. «Il settore dell'edilizia è cresciuto molto rapidamente - sottolinea - e quando si cresce troppo in fretta c'è il rischio di penetrazione da parte di figure con idee non del tutto scrupolose e attente». «Non è però possibile fare l'equazione che edilizia vuol dire criminalità - mette in chiaro - ci sono invece situazioni estreme che devono essere indagate per capire cosa sta succedendo». Anche la Cgil, infine, auspica una intervento sui bonus per evitare contraccolpi troppo pesanti, con tutto ciò che ne conseguirebbe anche sotto il profilo economico. «Sarebbe opportuno rendere alcuni interventi strutturali tira le fila Visentin - perché se l'acqua verrà improvvisamente a mancare si assisterà a un disastro annunciato».

 

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