Vittorio Veneto. Rissa con mazze e accette, vede la scena e si lancia in mezzo per fermarli: «Stava per ucciderlo, gli ho tolto il forcone»

Mercoledì 19 Ottobre 2022 di Mep
Gianni Gulmanelli, testimone che è intervenuto nella rissa di Vittorio Veneto
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VITTORIO VENETO (TREVISO) - «Se le stavano dando con mazze e forche. Uno stava per infilzare un ragazzo a terra. Gli ho strappato il forcone dalle mani prima che lo ammazzasse. Mai vista una cosa del genere». Gianni Gulmanelli è l'uomo che lunedì sera ha avuto il coraggio di gettarsi nella mischia per cercare di mettere fine al brutale pestaggio. Abita in una delle palazzine affacciate su via Antonello da Serravalle, di fronte al bar Al Ponte. È lì che si trovava quando è scoppiata la rissa.

Erano le 10 di sera e lui stava per tornare a casa con il suo cane. Ma gli si è parata davanti una scena talmente violenta da sembrare surreale.

Sono uscito e ho visto questi due gruppi che si picchiavano di brutto. Avevano mazze, forche e altre armi

Un altro cliente chiama il 112, in tanti si affacciano ai balconi sentendo tutto quel trambusto. Gianni non ci pensa due volte e cerca di fermarli, a costo di prendersi un cazzotto o peggio. Il suo intervento è stato provvidenziale perché ha strappato di mano il forcone a uno degli aggressori proprio un attimo prima che infilzasse uno dei rivali.

Stava per colpirlo: gli ho levato l'arma dalle mani e l'ho gettata via

«In quel tira e molla il manico si è spezzato e hanno continuato a colpire il ferito con il pezzo rimasto. Poveretto, aveva la faccia piena di sangue». Il residente ha interrotto la furia dei contendenti. «Sono riuscito a farli calmare un attimo - prosegue -. A quel punto uno dei due gruppi (quello dei fratelli coneglianesi, ndr) ha spaccato i finestrini di una macchina parcheggiata qua davanti, l'hanno presa a bastonate». L'auto era quella dei padre dei tre albanesi di Vittorio Veneto. «Se ho avuto paura? Mi hanno dato del pazzo a buttarmi nella mischia, ma non potevo lasciare che si ammazzassero. Ho giocato per vent'anni a rugby e a al calcio storico fiorentino, quindi le botte non mi spaventano - dice il fiorentino facendo spallucce -. Adesso sono in pensione ma quando lavoravo ho vissuto in grandi città come Firenze e Milano, dove episodi così succedono eccome. Certo fa impressione che sia successo qui, in una frazione tranquilla».


Chi si è affacciato al balcone e ha assistito al vandalismo sull'auto e alla fuga delle due auto è rimasto sconvolto. «Qua era un disastro, scene da far west - raccontano Anna Concetta D'Alessandro e il compagno Gianni Tino -. Dalla terrazza abbiamo visto una macchina tutta rotta e una Mercedes che sbatteva contro le aiuole e le altre auto in sosta». Anche Camilla, 16 anni, si è affacciata dal quinto piano insieme alla mamma: «Abbiamo sentito le urla della rissa e Gianni che gridava Basta! mentre cercava di fermare i contendenti - racconta la ragazza -. Poi quattro persone hanno preso delle spranghe da un'auto e hanno rotto i vetri di una macchina blu. Ci siamo spaventati molto». Mentre gli albanesi scappavano, più di qualcuno è sceso in parcheggio a controllare che la sua macchina fosse ancora integra. «La mia ha uno striscio sul paraurti» si lamenta un'altra residente, salendo sulla Fiat Tipo. Il parcheggio era ridotto a campo di battaglia: «C'erano bastoni, mazze disintegrate, un forcone sulla rastrelliera delle biciclette, un'accetta insanguinata davanti al bar e macchie di sangue ovunque». Ieri mattina le chiazze rosse erano ancora ben visibili, anche all'incrocio dell'Alemagna dove la Mercedes dei tre fratelli albanesi ha centrato la Golf delle due anziane. «Abbiamo sentito un botto e siamo corsi a vedere. Sembrava tutto così surreale».

Ultimo aggiornamento: 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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