Omicidio di Fiera e rissa tra kosovari, il sindaco Mario Conte incontra il console: «Sono persone che non si integrano»

Martedì 18 Ottobre 2022 di Paolo Calia
Treviso, Mario Conte incontra il console del Kosovo

TREVISO - «Questi gruppi usano dei metodi per risolvere le loro questioni che non sono di certo quelli italiani o europei. Sono persone non ancora integrate. Noi condanniamo fortemente simili episodi e inviteremo la nostra comunità a fare lo stesso». Diamant Kastrati, console generale del Kosovo in Italia, ha un'espressione tirata mentre parla. Ha da poco terminato l'incontro col sindaco Mario Conte. Gli è stato spiegato cosa è accaduto mercoledì scorso in viale IV Novembre, quando una trentina di persone, per la maggior parte di origine kosovara, si sono affrontate in mezzo alla strada armata di martelli, bastoni e coltelli in una rissa a dir poco selvaggia e culminata con un morto e due feriti, di cui uno in condizioni gravissime.

Kastrati ha ascoltato e non si è nascosto. Ha ammesso che in una comunità kosovara molto bene integrata nel tessuto sociale trevigiano e italiano, ci sono alcuni, pochi, elementi ancora legati a un retaggio culturale fuori dal tempo e dalla storia, dove gli sgarbi vengono regolati con la vendetta e l'onore difeso col sangue. E questi elementi vanno presi e isolati.

L'idea della collaborazione

Il consolato e l'ambasciata kosovara di Roma assicurano di voler fare appieno la loro parte. Di mezzo c'è una questione culturale che va oltre a quelli che possono essere problemi di marginalizzazione o di disagio sociale, che vanno affrontati con altri mezzi. Il sindaco Conte ha quindi chiesto di far filtrare messaggi che possano indirizzare i comportamenti, far capire che la società sta cambiando, anche in Kosovo. E certi retaggi legati al sangue e alla violenza vanno dimenticati per sempre: «Come ambasciata e come consolato - ha garantito il console - siamo a disposizione per organizzare incontri, o uno grande dedicato a tuta la comunità o tanti più piccoli nel territorio, per parlare a tutti». Kastrati però avvisa anche che non sarà semplice: «Siamo consapevoli però che i gruppi autori di simili atti, non vi parteciperanno». Il consolato quindi chiede un sostegno: «È fondamentale - osserva il console - la massima collaborazione tra le istituzioni e le forze di polizia per assicurare alla legge che si macchia di certi crimini. E noi, questa collaborazione, la garantiremo».

La disponibilità a fare qualcosa di condiviso

Conte ha chiamato il consolato kosovaro già giovedì scorso, all'indomani dei fatti di viale IV Novembre. Ha chiesto un incontro urgente col console. Al telefono ha raccontato la situazione trevigiana, sottolineando i pericoli nascosti dietro un fatto di sangue legato in minima parte a una questione di debiti non pagati. Ma motivato soprattutto dalla spinta di una vendetta per fatti maturati in Kosovo e mai pienamente risolti. E Kastrati non ha sottovalutato la richiesta di aiuto. Ieri è partito da Milano, sede del consolato, solo per incontrare il primo cittadino trevigiano a Ca' Sugana. Segno evidente che un problema, anche culturale, c'è. «Ci siamo trovati col sindaco per discutere di questo episodio. E, come console, condanno quanto accaduto. Anche la comunità kosovara è contro questi atti terribili. Come dicevo al sindaco, la comunità kosovara è molto integrata e collabora con l'amministrazione. Ma qui, ripeto, parliamo di gruppi abituati a risolvere i loro problemi in modi purtroppo diversi da quelli italiani ed europei». Conte ha accolto con grande soddisfazione la disponibilità di Kastrati a organizzare incontri con la comunità kosovara. E in più ha apprezzato il gesto del console di essere partito da Milano per un incontro di persona: «Un gesto importante - dice il sindaco - e non dimentico l'aiuto che la comunità kosovara trevigiana ha dato durante la pandemia».
 

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