Omicidio di Treviso. Il sangue si lava con il sangue: cos'è il codice medievale albanese dietro l'esecuzione in strada

Sabato 15 Ottobre 2022 di G.Pav.
Omicidio di Treviso. Il sangue si lava con il sangue

TREVISO - Il sangue si lava con il sangue. E i conti potrebbero non essere ancora chiusi. Gli strascichi dell'omicidio di mercoledì sera in viale IV Novembre a Fiera, quando il 52enne kosovaro Ragip Kolgeci è stato massacrato a sprangate e coltellate per un debito d'onore nei confronti del 50enne Afrim Manxhuka, arrestato assieme al 31enne Valmir Gashi (considerati i due principali responsabili del delitto, ndr), potrebbero protrarsi a lungo. Di mezzo c'è infatti il kanun, una legge albanese (non scritta ma canonizzata) che regola, appunto, le questioni d'onore tra le famiglie che vale ancora oggi in Kosovo.

E, a quanto pare, anche fuori dai confini del Paese balcanico.


IL TIMORE
Anche se il debito di 500 euro per dei lavori edilizi non saldati sia stato individuato come il movente dell'omicidio, dietro c'è altro. Non si spiegherebbe la brutalità della violenza con cui le due fazioni si sono affrontate. E non collima con il racconto del figlio di Ragip Kolgeci, Kastriot, che ha parlato di un incontro quattro ore prima della mattanza tra il padre e Manxhuka, colui che secondo gli inquirenti gli ha sferrato il colpo mortale alla testa con una spranga. Per questo si parla di esecuzione, e per questo viene tirato in ballo il kanun tra le cui regole prevede infatti che sia il creditore a dover consumare la vendetta sul debitore, senza tirare in mezzo terzi. Ma qual era quel debito che kolgeci avrebbe contratto in Kosovo nei confronti di Manxhuka? Gli inquirenti ci stanno lavorando. Di certo c'è che, essendo i nomi degli indagati di dominio pubblico, anche le loro famiglie adesso rischiano delle ripercussioni se si fossero travalicati i confini di questa legge albanese scritta nel lontano 1400 dal condottiero Leke Dukagjini che combatteva contro il regime ottmano di Skenderbeg, l'eroe nazionale albanese. In Albania e in alcune zone del Kosovo viene ancora rispettata più delle leggi dello Stato. Dettami che vengono tramandati per lo più oralmente. E se i più giovani, ormai occidentalizzati, la conoscono ma non ne seguono alla lettera le regole, nei più anziani ha ancora un peso specifico notevole, sopratutto a salvaguardia del rispetto della famiglia.


LE REGOLE
Di conferme da parte degli inquirenti non ce sono. Si continua a parlare del debito di 500 euro. Ma negli ambienti dei protagonisti della rissa di mercoledì a Fiera le voci si rincorrono. E parlano di un delitto non vendicato commesso proprio dalla vittima in Kosovo. E a quanto pare il suo arrivo in Italia, avvenuto solo un paio di settimane fa, ne ha decretato l'esecuzione pubblica. Oggi però pochi interpretano il kanun così come si usava un tempo, ma chi lo mette in pratica spesso ne ha una visione degenerata. Nel senso che, perso il suo significato originario, capita che alcuni prendano le parti di qualcuno solo per convenienza. Quindi la paura di ulteriori ritorsioni rimane. Tant'è che, arrivate in Italia da appena qualche giorno, le figlie della vittima sono subito ritornate in Kosovo, anche se proprio il kanun prevede che le donne non devono essere toccate. Anzi, accade che gli uomini escano di casa solo accompagnati proprio per essere sicuri di non essere aggrediti perché in compagnia di una donna.

Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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