TREVISO - «Non siamo stati noi a colpirlo. Eravamo lì ma siamo stati picchiati». Respingono ogni accusa i due kosovari arrestati per l'omicidio del connazionale Ragip Kolgeci. Stamattina, 15 ottobre, Valmir Gashi, 32 anni e Afrim Manxhuka, 51, sono comparsi di fronte al giudice per le indagini preliminari.
Entrambi gli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gashi, difeso dall'avvocato Mauro Serpico, ha scelto però di fare una dichiarazione spontanea: «Quella sera sono intervenuto per calmare gli animi, ma non ho colpito la vittima". Manxhuka, assistito dall'avvocato Mattia Visentin, si è detto disponibile a fornire la propria versione dei fatti fra qualche giorno, quando si sarà del tutto ripreso dalla botta alla testa. Il gip si è riservato sulla misura cautelare: il pm Valeria Peruzzo, che coordina le indagini della Squadra Mobile, ha chiesto per entrambi la custodia in carcere, mentre le difese hanno chiesto gli arresti domiciliari. Si attende la decisione del giudice.