Rissa tra bande a Fiera, morto dopo una bastonata alla testa davanti al figlio

Venerdì 14 Ottobre 2022 di Alberto Beltrame
Rissa tra bande, morto davanti al figlio in zona fiera
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TREVISO - Ucciso a colpi di spranga e coltello davanti agli occhi del figlio. Il motivo? Una faida tra famiglie kosovare, scoppiata per una debito di appena 500 euro ma le cui vere ragioni affondano nei codici di onore medievali che in Kosovo valgono ancora come legge. Era proprio dal Kosovo che era arrivata, appena un paio di settimane fa, la vittima: si tratta di Ragip Kolgeci, 52 anni, massacrato mercoledì sera in viale IV Novembre nel piazzale del bar La Musa durante la furibonda rissa a cui hanno preso parte una trentina di persone, tra cui alcuni suoi familiari, compresi il figlio Kastriot e i nipoti, proprietari di una ditta di ponteggi, e altri stranieri di origine kosovara, macedone e albanese. A guidare il gruppo rivale il 50enne kosovaro Afrim Manxhuka, cartongessista kosovaro, e il nipote Valmir Gashi, 32 anni, entrami arrestati dalla polizia per omicidio volontario e rissa aggravata. Il primo è stato catturato nella notte fuori dall’ospedale di Oderzo, raggiunto dagli agenti della squadra mobile dopo aver ricorso alle cure del pronto soccorso assieme a un familiare, J.B., di 35 anni. Gashi, invece, è stato bloccato dalla polizia mentre rientrava a casa, in via Podgora, poco dopo il delitto. Sarebbero stati proprio zio e nipote, secondo quanto ricostruito dagli investigatori a sferrare i colpi letali che hanno ucciso il 52enne praticamente sul colpo.

Le ferite mortali

Stando a una prima ricognizione sul cadavere dell’uomo, che in Italia sognava di trovare lavoro come autista, il 52enne è stato raggiunto da tre colpi: il corpo presentava un vistoso taglio all’addome inferto con un coltellino a stella, una ferita da coltello all’arteria femorale, ma ad essergli fatale sarebbe stata una bastonata sul capo, assestata con una spranga dalla punta acuminata ritrovata sul piazzale davanti al bar. Nello scontro, in cui entrambe le fazioni non hanno fatto sconti quanto a colpi proibiti, sono rimasti feriti anche i nipoti della vittima, Petrit e Clirim Kolgeci: uno ha subito un colpo di spranga in testa, l’altro aveva i segni di una ferita da coltello al collo.

In totale nella rissa sono rimaste ferite 8 persone, 6 delle quali trasferite in soccorso in pronto soccorso a Treviso, altre due presentatesi a Oderzo. Sono stati tutti dimessi ad eccezione di un cittadino macedone che ha subito una coltellata alla schiena. Ma il bilancio poteva insomma essere molto più grave.

Il regolamento dei conti

Poche ore prima della maxi rissa tra le due fazioni c’era stato un incontro tra Ragip Kolgeci e Afrim Manxhuka, a casa di quest’ultimo. Doveva essere un tentativo di mediazione per una questione irrisolta: il credito di circa 500 euro vantato dal figlio della vittima, Kastriot, dipendente della ditta di ponteggi dei cugini, nei confronti del 50enne Manxhuka. Un credito maturato in ambito professionale, per alcuni lavori in cantiere. Ma tra le due famiglie c’erano anche dei conflitti irrisolti, secondo quanto emerso, legati a dissidi in madrepatria. L’incontro era finito ben presto a male parole: era solo il primo tempo dello scontro che si sarebbe consumato qualche ora dopo, verso le 22, davanti al bar La Musa di Fiera. È qui che il gruppo dei Kolgeci ha atteso i rivali, arrivati a bordo di una Chrysler nera, un furgone e un’auto grigia. Sono stati due minuti di follia: le due fazioni, per un totale di almeno trenta persone, si sono affrontate a colpi di spranghe, coltelli e cacciaviti, utilizzando utensili da cantiere come armi. Pochi minuti prima erano state chiamate un paio di pattuglie, ma appena il campo era tornato libero è scoppiato l’inferno. Il 52enne era la vittima sacrificale: a colpirlo sarebbe stato in particolare Manxhuka, aiutato dal nipote. Poi l’arrivo della polizia e il fuggi fuggi generale attraverso le stradine dell’Alzaia. C’è chi è scappato rifugiandosi nel bar per poi lanciarsi da una finestra. A terra il corpo di Kolgeci, ormai esanime i cui presunti assassini, grazie a un’indagine lampo della squadra mobile, sono stati assicurati alla giustizia nel giro di pochissime ore.

Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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