Michele, 21 anni, animatore: «Così sulla
Costa Concordia ho salvato quei ragazzini»

Martedì 17 Gennaio 2012 di Claudia Borsoi
Michele Ghiani con i genitori (Photojournalists)
TREVISO - Nelle parole di un seppur giovane 21enne traspare tanta sicurezza e sangue freddo. cos, con determinazione e seguendo le linee guida che gli erano state impartite, che Michele Ghiani, coneglianese di nascita e vittoriese d'adozione (si è trasferito solo da qualche mese nella città della Vittoria), ha reagito all'emergenza a bordo della Costa Concordia. «Ho perso tutto, ma la cosa più importante è che se il cellulare o il computer si possono ricomprare, la vita invece no».



Dopo quanto accaduto Michele, che non nasconde il suo amore per il mare, è diplomato all'istituto tecnico nautico Venier di Venezia, si dice pronto a risalire a bordo di una nave per continuare con un'altra delle sue passioni, l'animazione per i bambini. Ed è proprio mentre stava svolgendo questa attività che ha avvertito l'urto e poi la nave che piano piano si inclinava su un lato.



«Quando è scattata l'emergenza generale, che sono sette fischi, abbiamo portato i bambini a un punto di riunione, così come previsto dalla procedura di emergenza che studiamo. Da qui - spiega Michele - abbiamo trovato le loro famiglie che ci hanno ringraziato per aver portato in salvo i loro figli».



Avevi paura?

«In quei momenti la paura non si sente; la cosa più importante era per me salvare quei bambini».



Sono stati attimi concitati quelli dell'abbandono della nave?

«Ovviamente c'era confusione e panico, perché si parlavano tante lingue, ma noi dell'equipaggio volevamo trasferire la nostra tranquillità ai passeggeri. Abbiamo svolto quello che la Costa Crociere ci dice di fare nelle procedure e se l'equipaggio non avesse fatto quello che doveva fare, ora si parlerebbe di altri numeri (morti ndr)».



Quando hai abbandonato la nave?

«Dopo aver verificato che non ci fosse più nessuno, siamo andati al ponte 3, sotto alle lance. Ho lasciato la Concordia con la penultima scialuppa».



Hai mai temuto per un attimo il peggio per te?

«Quando la lancia si è ingarbugliata nelle cime della nave e vedendo che la nave veniva giù e io ero sotto lì, con la lancia, ho avuto un pò di paura. Ma la paura si capisce quando arrivi a casa, quando vedi le immagini alla TV e realizzi quanto è successo».



Cosa non cancellerai mai dai tuoi ricordi?

«L'abbraccio che ho ricevuto da una mamma e da un papà e il loro "grazie" per aver salvato la vita del loro figlio. È stata un'esperienza che mi ha fatto crescere, sia triste, ma nello stesso tempo bella per le soddisfazioni che sono arrivate».
Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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