Maserarda. Moria di pesci sul Piave a causa della siccità: un gruppo di volontari costretto a usare scariche elettriche per salvarli

I ragazzi della Fipsas li fanno risalire a galla e li mettono in vasche d'acqua, dove rinvengono in pochi secondi e riprendono a respirare

Lunedì 3 Luglio 2023 di Michele Beghin
L'intervento del gruppo di volontari della Fipsas

MASERADA (TREVISO) -  Negli ultimi anni, un gruppo di volontari della Fipsas interviene nel tratto del Piave tra Ponte della Priula e Salettuol di Maserada per salvare i pesci che, a causa della siccità, rischiano di morire. La scarsa affluenza d'acqua fa sì che il livello non sia abbastanza alto per permettere loro di respirare.

Purtroppo, nonostante le piogge degli ultimi mesi, la siccità ha contribuito a rendere questo fenomeno attuale anche quest'anno. Milioni e milioni di avannotti sono già stati trovati morti, annullando la produzione annua. Oltre a loro, si salvano anche cavedani, cheppie, trote e anguille. «È da anni che ci occupiamo di questo fenomeno per salvare quanto più pesce possibile in questo periodo di siccità - afferma Tommaso Cappuccio, vicepresidente della Fipsas e responsabile delle guardie ittiche regionali - Speravamo che le piogge degli ultimi periodi ci dessero un po' di tregua quest'anno, ma così non è stato».

Nonostante si possa raggiungere il flusso minimo ecologico per la portata dell'acqua, «il problema più grande è che noi vediamo acqua fino a Ponte della Priula dove c'è una discreta portata - continua Cappuccio - Da lì in poi finisce perché si insacca.

Purtroppo, sono presenti molti sedimenti e ghiaia che non permettono un flusso regolare. L'acqua, quindi, cammina sotto e lascia questo tratto scoperto. Così facendo, si aumenta il livello del fiume della falda. In questa zona, infatti, siamo circa un metro e mezza sopra il livello normale».

IL PROBLEMA

In questo tratto, quindi, i pesci non hanno possibilità di respirare per via del livello troppo basso dell'acqua. Per cercare di far sopravvivere queste specie, il gruppo di volontari è abilitato all'elettropesca. Questa tecnica, che prevede degli strumenti appositi, serve per stordire i pesci con delle piccole scariche elettriche che vengono lanciate da un bastone. Dopo essere stati colpiti, vengono a galla disorientati e, in seguito, vengono messi in vasche d'acqua, dove rinvengono in pochi secondi.

Successivamente, vengono trasportati in zone del Piave in cui la portata d'acqua è maggiore. Tuttavia, non è solo la siccità il problema per la sopravvivenza dei pesci della fauna: «Quello che riusciamo a salvare è bersagliato dagli uccelli ittiofagi - fa presente Cappuccio - Non possiamo far nulla contro garzette e cormorani perché sono animali protetti, per cui rimane un gravissimo problema da affrontare».

GLI INTERVENTI

Le opere da fare sono tante e quello che può aiutare è una manutenzione idraulica e una pulizia degli alvei fluviali per impedire che la ghiaia si accumuli e insacchi l'acqua. «Non possiamo permettere che la nostra fauna ittica muoia così. Noi riusciamo anche a salvarne solo un po': 250 chili di pesci tra piccoli e grandi nell'ultima spedizione. Ma purtroppo non basta».

Il gruppo di volontari della Fipsas collabora anche con la polizia provinciale e l'amministrazione regionale per riuscire ad aiutare ancora di più la fauna del territorio. Inoltre, Tommaso Cappuccio ricorda anche un'importante iniziativa che i pescatori veneti stanno portando avanti «con l'aumento dell'imposta regionale per la licenza. Da anni si sono autotassati e ogni anno vengono messi al bando 400mila euro per le semine.

Se noi riusciamo a evitare questa moria di pesci assurda, forse potremmo investire in maniera diversa questi soldi». Decine e decine di volontari si stanno muovendo per aiutare la fauna locale e continuano a salvare chili e chili di pesci ogni anno. «Il volontariato si presta a fare quanto più possibile e anche le istituzioni con cui collaboriamo aiutano. Speriamo che si possa intervenire di più per aiutare la causa» conclude Cappuccio.

Ultimo aggiornamento: 08:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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