Il fiume Piave si tinge di uno strano verde, la scoperta: potrebbe essere colpa del tritolo Video

La preoccupazione è molta, per un fenomeno assolutamente inedito. In molti hanno notato l'insolito colore del fiume, tanto da attivare la procedura prevista in questi casi

Sabato 25 Febbraio 2023 di Yvonne Toscani
Piave verde, sono in corso analisi

VAL VISDENDE (BELLUNO) - Ipotesi di sversamento di trinitrotoluene, noto anche come tritolo e spesso abbreviato in tnt, nel fiume Piave di Visdende, le cui acque verdi sono poi confluite, nel pomeriggio dell'altro ieri, nell'omonimo corso che scende da Sappada, colorando tutto e a lungo.

Il sopralluogo

Ieri mattina, sul luogo di sorgenza della sostanza, si è svolto un nuovo, attento e preciso sopralluogo, con i tecnici dell'Arpav e con gli inquirenti, inviati anche dalla Procura di Belluno. Un pool di investigatori tra polizia, carabinieri e carabinieri forestali, in base alle varie competenze, stanno recuperando qualsiasi traccia utile a ricostruire l'accaduto. L'attenzione di tutti è però rivolta al laboratorio Arpav, chiamato a dipanare ogni dubbio sulla tipologia di sostanza presente nell'acqua.

E naturalmente sono stati eseguiti nuovi prelievi.

Le analisi

Nel frattempo, a metà mattinata, nel fondovalle, a Santo Stefano, a diciotto ore dalla segnalazione, il Piave presentava ancora colorazioni anomale. Il primo sintetico messaggio di Arpav di ieri ha fatto chiarezza sulle condizioni di salute del Cordevole di Visdende alla confluenza con il Piave sappadino: la zona, in mattinata, era priva di colorazioni anomale dell'acqua e non è stata riscontrata alcuna moria di pesci. Tutti sono, però, in attesa delle analisi complete dei campioni prelevati giovedì, anche se inizialmente i primi dati escludono la presenza di metalli e tossicità. Durante la giornata si è fatta più insistente la possibilità di un versamento del nitroderivato aromatico ottenuto per nitrazione del toluene che, come la maggior parte dei nitrocomposti, è fortemente esplosivo e viene impiegato nella preparazione di miscele detonanti. Bisognerà attendere la fine delle analisi per la conferma o meno. Anche se i carabinieri forestali confermano che, dai risultati preliminari, esiste la possibilità che si tratti di sostanza esplosiva, ma per la certezza granitica bisogna aspettare il riscontro laboratoriale. Di certo si tratta di una fase molto delicata.

Bacino di pesca

«È stato valutato di procedere con un'ulteriore fase di campionatura, sia sui residui della sostanza sia sugli esiti sulla fauna ittica - spiega Ferdinando Gant, presidente del Bacino di pesca n.1 del Comelico -. Molto probabilmente non è una causa naturale, con effetti durevoli nel tempo e la presenza di un colore giallo all'esterno dell'acqua». Come annunciato, ieri si è recato dai carabinieri di Santo Stefano per segnalare quanto accaduto, come concessionario della derivazione. Ha inoltre coinvolto gli enti interessati, a partire dalla Provincia, ente concedente. «Ci riserviamo di attuare passi successivi - ribadisce il presidente -. I reati ipotizzabili cambiano in base a ciò che potrà emergere dal prosieguo delle indagini». E su queste c'è il massimo riserbo. Fino al pomeriggio di giovedì, nessuno si era accorto di nulla di insolito a cento metri dalla confluenza dei due fiumi. «È un'area particolarmente attenzionata dai nostri agenti di vigilanza - conclude Ferdinando Gant -. Pertanto è un evento che si è verificato poco prima della visione del fenomeno». La preoccupazione è molta, per un fenomeno assolutamente inedito. In molti hanno notato l'insolito colore del fiume, tanto da attivare la procedura prevista in questi casi. I campioni prelevati sono contrassegnati da un indice di priorità, ad indicare la gravità di quanto emerso nelle acque comeliane. 

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Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 11:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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