Richiedenti asilo, il sindaco di Treviso Mario Conte: «Chiudiamo l'ex Serena, accoglienza deve avere dignità»

Il primo cittadino rilancia la necessità di puntare sull'accoglienza diffusa

Venerdì 21 Luglio 2023 di Paolo Calia
Mario Conte, a destra l'ex caserma Serena

TREVISO - L'ultima conta dice: quasi raggiunta quota 500 richiedenti asilo nel centro accoglienza dell'ex caserma Serena e raggiunto il limite massimo di ospiti, 260, nell'ex struttura militare di Oderzo Zanusso. Con questi dati sotto gli occhi il sindaco Mario Conte rilancia la necessità di superare la logica dei grandi centri e invita a puntare sull'accoglienza diffusa. E, inoltre, ribadisce l'obiettivo di arrivare a chiudere definitivamente i grandi centri, a partire dall'ex Serena: «Non può essere ancora questa la soluzione». Parola che rinfocolano il dibattito e armano la polemica, anche dentro la Lega.

E lo fanno alla vigilia di un periodo che si preannuncia molto caldo: gli arrivi di richiedenti asilo sono costanti, sebbene a piccoli numeri. La rete dell'accoglienza ancora regge, ma l'emergenza è dietro l'angolo.

L'analisi

Conte ritorna così a cavalcare i cavalli di battaglia degli ultimi giorni, a partire dal protocollo firmato tra Anci (di cui lui è presidente), Regione e prefetti. «Abbiamo sottoscritto questo protocollo per cercare di evitare quello che, purtroppo, stiamo vedendo in questi giorni: tendopoli (a Verona, ndr) e maxi assembramenti come alla caserma Serena dove la capienza è ormai raggiunta al 90% e dove siamo agli sgoccioli. Riteniamo però che non debba essere questa la soluzione, potendo la chiuderei. E ce lo dicono anche i nostri cittadini che stanno subendo i disagi legati alla presenza così importante di richiedenti asilo in un'unica struttura». La soluzione? La cabina di regia invocata dal governatore Luca Zaia che metta assieme amministratori e prefetti per raggiungere scelte condivise: «Le prospettive per le prossime settimane non lasciano ben sperare. Per questo abbiamo cercato di mettere in piedi una cabina di regia, per cercare di governare questo fenomeno invece di subirlo. Per evitare le situazione viste a Vicenza, dove il prefetto ha scaricato nella piazza cittadina tre richiedenti asilo come fossero dei pacchi consegnati da un corriere, invece stiamo parlando di persone che hanno una storia. Stiamo parlando di un'accoglienza che deve avere una parola: dignità». Accoglienza diffusa quindi, con una premessa però: «Non è detto che tutti i sindaci possano farsi carico di questa accoglienza. Ma è altrettanto vero che bisogna cercare di trovare delle soluzioni in un periodo particolarmente complicato dal punto di vista dell'emergenza umanitaria». E poi un messaggi alla Lega: «La linea della Lega non la discuto, in passato l'ho anche condivisa. Ma oggi credo siano cambiate un po' le condizioni. E credo che ci siano anche delle opportunità legate alla cabina di regia che possano quanto meno limitare i disagi nei nostri territori. Poi è giusto che la Lega porti avanti le sue battaglie e lo faccia con determinazione. E condivido anche la posizione del segretario Alberto Stefani. Da presidente Anci dico anche che dobbiamo cercare di fare ognuno la propria parte. Il muro contro muro non serve a nessuno».

Differenze

La sindaca di Oderzo Maria Scardellato, leghista, la vede però in modo diverso: «Il problema dell'accoglienza diffusa non me lo pongo nemmeno perché Oderzo e Treviso, con i loro centri accoglienza, stanno già facendo il massimo. Ma la gestione va fatta in altro modo. Per poter gestire un problema devo conoscerne i limiti. Se mi dicono che arrivano 10, 20, 100 richiedenti asilo io mio organizzo. Ma se me ne annunciano 20 e poi ne arrivano 40 mi salta tutto. Allora: prima diamo numeri e indicazioni certe ai sindaci, poi parliamo di come accogliere. Ma il problema dei richiedenti asilo va risolto a livello internazionale, non certo sul territorio. Tutta l'Africa in Italia non ci sta». 

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