Migranti, Brugnaro con Zaia: «Bene l'accoglienza diffusa, integrazione con casa e lavoro ma sempre con regole precise e chiare»

Domenica 16 Luglio 2023 di Angela Pederiva
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

VENEZIA - Luigi Brugnaro si schiera al fianco di Luca Zaia e Mario Conte sul fronte dei migranti: meglio una presenza diluita sul territorio, che grandi insediamenti tipo Cona.

Il sindaco di Venezia parla per esperienza diretta, nel condividere l'accordo stretto dalla Regione e dall'Anci con le Prefetture, oggetto però di polemiche: «Ho ancora tre ucraini a casa, una mamma con due figli, da più di un anno. Sono d'accordo con Zaia e Conte per scrivere assieme un protocollo di accoglienza diffusa, anche se ovviamente bisogna che l'integrazione avvenga pensando certamente al lavoro e alla case per queste persone, ma sempre in un quadro di regole molto preciso e chiaro. Qui si sta solo accettando le nostre leggi». Giorno dopo giorno in Veneto si profila però sempre più concretamente l'ipotesi di «soluzioni organizzative "estreme"», per citare le parole del prefetto Mariano Savastano che a Belluno ha convocato un vertice urgente per martedì, motivo per cui il Partito Democratico lancia una proposta: tendopoli solo nei Comuni che non partecipano all'ospitalità dei piccoli gruppi.

HUB

In queste ore i prefetti, coordinati da Michele Di Bari che da Ca' Corner è il soggetto attuatore delle misure emergenziali in Veneto, stanno tenendo il basso profilo: ci sono già troppe tensioni, meglio evitare altre dichiarazioni. Ma da qualche provincia filtra la sensazione che, visti i numeri degli arrivi, in mancanza di alloggi temporanei sarà ineludibile l'allestimento di strutture straordinarie. Prendendo le mosse dal documento regionale, la deputata dem Rachele Scarpa chiede alla cabina di regìa di procedere «speditamente con tutti i sindaci che vorranno prendere parte alla costruzione del sistema veneto di accoglienza diffusa», garantendo loro in cambio che non avranno alcun maxi-hub: «Non avrebbe infatti alcun senso, se non per una qualche arbitraria e incomprensibile scelta politica, penalizzare chi si è reso disponibile a trovare una soluzione giusta e di buon senso. Per chi invece sceglie, legittimamente, di non collaborare e di non promuovere l'accoglienza diffusa, altrettanto legittimamente vedrà il proprio territorio eventualmente e giocoforza candidato per ospitare la costruzione di uno o più grandi centri di accoglienza».

FIBRILLAZIONI

È prevedibile che un simile scenario scateni nuove fibrillazioni, se alla fine la posizione del centrodestra sarà in linea con quella esposta dal segretario lighista Alberto Stefani nel suo post con annesso video: «Bisogna avere il coraggio di dire che l'accoglienza di tutti è impossibile. Lo è sempre stata. E che l'unico ministro che è riuscito a limitarla si è preso 2 processi per sequestro di persona». L'imputato evocato è il segretario federale Matteo Salvini, le cui ultime dichiarazioni pubbliche sui migranti risalgono al 30 giugno, quando aveva parlato della difficoltà di accordi internazionali: «Il premier Meloni sta chiedendo a tutti di venire incontro alle nostre esigenze. Certo è che ognuno tende a fare i propri interessi». In queste due settimane di "silenzio", sono stati registrati altri 15.000 arrivi e quota parte è finita anche in Veneto.

È così che, quando martedì l'accordo è stato presentato da Zaia in Giunta, l'assessore meloniana Elena Donazzan è intervenuta a ruota del collega leghista Roberto Marcato. «Ho posto delle domande spiega adesso perché non conoscevo il testo. Ho chiesto di sapere se questi migranti sono identificati o identificabili, se possono lavorare posto che il Governo ha varato il decreto Flussi per disciplinare gli ingressi, come viene gestito l'aspetto della sicurezza, quali compiti ha la cabina di regìa. Non nascondo che ho molti dubbi sull'accoglienza diffusa, perché i sindaci sono già oberati e c'è un problema di controlli, per cui ho trovato giusto poter discuterne». L'approvazione della delibera non va giù al leader forzista veneto Flavio Tosi: «Credo che Zaia, anziché avventurarsi in fughe in avanti, avrebbe dovuto coinvolgere direttamente tutti i sindaci e i segretari veneti dei partiti del centrodestra con i quali amministra la Regione».

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