Richiedenti asilo, 340 ospiti in Polesine. Prefettura e Comuni a caccia di strutture per l'accoglienza diffusa

Venerdì 14 Luglio 2023 di Francesco Campi
Il centro di accoglienza per immigrati Borgo Fiorito, a Cavanella Po

ROVIGO - Numeri in crescita per i richiedenti asilo, anche in Polesine, dove però Prefettura e amministrazioni comunali stanno lavorando per programmare una rete di ospitalità diffusa che permetta di affrontare eventuali picchi estivi. A novembre, secondo i dati diffusi dalla Prefettura di Rovigo a margine della seduta del Consiglio territoriale per l’Immigrazione, in Polesine erano complessivamente ospitati nei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria, 242 richiedenti asilo, a fronte di un numero complessivo di 294 arrivi che si era registrato nei primi 11 mesi dello scorso anno. Il tutto per un normale turnover che, in tempi non emergenziali, avviene in modo abbastanza routinario. Attualmente i richiedenti asilo ospitati in Polesine sono saliti di una cinquantina circa di unità, attorno a quota 340. Valori simili a quelli del 2019 e lontanissimi, meno della metà, rispetto a fine 2017, quando le varie strutture della rete dell’accoglienza ospitavano oltre 700 migranti. In Polesine, allora, ad assorbire la fetta più consistente di presenze erano stati in particolare l’Ostello Canalbianco di Arquà e Borgo Fiorito, nella frazione adriese di Cavanella Po, seguiti da Loreo e Frassinelle. Ora però la linea guida è un’altra, perché viene privilegiata la cosiddetta “accoglienza diffusa”, cercando di evitare grandi concentrazioni e dividendo, invece, in piccoli gruppi a seconda delle caratteristiche del territorio ospitante.

Aumentano gli sbarchi

Tuttavia, dopo la contrazione degli arrivi, anche per effetto della pandemia, quest’anno gli sbarchi sulle coste italiane sono tornati su numeri consistenti. Secondo i dati del Viminale, dall’inizio dell’anno a ieri sono arrivati in Italia 73.865 migranti, rispetto ai 31.671 dello stesso periodo del 2022 ed agli appena 24.606 del 2021. Fra lunedì, martedì e mercoledì ci sono stati circa 2.800 arrivi. E ora, fra l’altro, si entra nel periodo dell’anno nel quale si concentrano i numeri maggiori. Fra luglio, agosto e settembre dello scorso anno, sempre secondo i dati del ministero dell’Interno, ci sono stati oltre 44mila arrivi, motivo per cui già ci si prepara a fronteggiare volumi significativi.
Martedì il presidente della Regione Luca Zaia ha preannunciato la firma di un protocollo per l’accoglienza diffusa fra Regione Veneto, Anci e Prefetture: «Visto l’andamento degli sbarchi a Lampedusa, nel corso dell’estate qui potrebbero arrivarne 4.000: il numero è importante e la preoccupazione è tanta, ma con due-tre richiedenti asilo per Comune e il turnover legato alle procedure di protezione, potremmo evitare gli insediamenti massicci tipo Cona». Già ieri, anche dopo l’alzata di scudi di alcuni primi cittadini veneti, il sottosegretario Nicola Molteni ha ridimensionato la cifra dei 4mila possibili arrivi in Veneto, che attualmente ospita circa 7.400 richiedenti asilo.

Accoglienza diffusa

In Polesine in questo momento la collaborazione fra Prefettura e amministrazioni comunali è ottima e ci sono stati alcuni incontri anche nei giorni scorsi. Perché, seppur al momento non sia possibile prevedere quali potranno essere le quote di espatriati che verranno assegnate alla provincia di Rovigo nel prossimo futuro, sarà comunque necessario farsi trovare preparati, valutando i flussi secondo i trend in atto. Per questo, prosegue l’attività di ricerca di nuove strutture da parte della Prefettura, con un continuo dialogo con i sindaci, secondo le impostazioni condivise a livello ministeriale e regionale, privilegiando, appunto il principio dell’accoglienza diffusa, con piccoli nuclei in singole abitazioni o in comunità di una ventina di persone. Va ricordato, poi, che oltre all’accoglienza di “pronto intervento”, emergenziale, in capo alle Prefetture, c’è il Sai, Sistema di accoglienza e integrazione, il vecchio Sprar, gestito in prima persona dagli enti locali. In Polesine sono attivi due progetti Sai, uno a Occhiobello, da 10 posti, gestito dalla cooperativa Di tutti i colori, e uno a Rovigo, per 50, gestito dalla Porto Alegre, che collabora anche con i servizi di accoglienza straordinaria della Prefettura.

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