Zaia: «Attesi 4.000 migranti serve l’accoglienza diffusa». Ma scoppia il caso Vicenza con i profughi scaricati in strada

Mercoledì 12 Luglio 2023 di Angela Pederiva
Migranti e Luca Zaia

VENEZIA - Un protocollo d’intesa fra Regione, Anci e Prefetture per l’accoglienza diffusa dei migranti in Veneto. «Visto l’andamento degli sbarchi a Lampedusa, nel corso dell’estate qui potrebbero arrivarne 4.000: il numero è importante e la preoccupazione è tanta, ma con due-tre richiedenti asilo per Comune e il turnover legato alle procedure di protezione, potremmo evitare gli insediamenti massicci tipo Cona del passato», ha spiegato ieri mattina il governatore Luca Zaia, al termine della seduta in cui la Giunta ha approvato il testo che nei prossimi giorni sarà firmato anche dal presidente Mario Conte e dal prefetto Michele Di Bari.

In quelle stesse ore, però, in diversi centri del Vicentino quei tre profughi per municipio sono stati scaricati dai pulmini e lasciati in strada, il che ha portato il segretario nathionàl Alberto Stefani ad annunciare un clamoroso strappo nel partito: «I sindaci della Lega del Veneto non si faranno carico dell’ospitalità di nessuno, men che meno se pretesa in questi modi».

LO SCONTRO
La notizia degli arrivi nella provincia berica è rimbalzata a Palazzo Balbi dall’altra sponda del Canal Grande. A margine dei lavori consiliari a Palazzo Ferro Fini, infatti, il leghista Nicola Finco ha diffuso una nota per stigmatizzare l’azione della Prefettura di Vicenza, «che non può e non deve imporre i propri diktat su un tema così delicato come la redistribuzione delle persone immigrate». A ruota Stefani ha accusato il prefetto Salvatore Caccamo di aver rotto «la leale collaborazione tra le istituzioni con un atteggiamento che lede i primi cittadini e, in alcuni casi, la dignità umana». Pensare che l’accordo illustrato poco prima da Zaia prevede proprio il coordinamento fra gli enti per una gestione ordinata del fenomeno. «Nell’ottica di dare una doverosa ospitalità a chi scappa dalla guerra e dalla fame – ha spiegato il presidente della Regione – serve un’accoglienza diffusa e poco onerosa. Le proiezioni a livello nazionale sono inquietanti, date anche le condizioni meteo favorevoli agli sbarchi. Rivolgo due appelli. Da un lato alla latitante Ue, la cui posizione è scandalosa nel considerare Lampedusa come confine d’Italia e non d’Europa: se c’è, batta un colpo. Dall’altro al Governo: si trovino tutti i modi per fare accordi a livello internazionale per evitare le partenze. Nell’attesa, noi abbiamo istituito la cabina di regìa. I prefetti e i sindaci in totale autonomia decideranno come e cosa fare». 
Ha concordato Di Bari, prefetto di Venezia, che sottoscriverà il protocollo anche a nome dei colleghi del Veneto: «Noi stiamo perseguendo con la Regione un’attività di grande collaborazione istituzionale perché l’immigrazione è un fenomeno che va governato».

LE FIBRILLAZIONI
Il caso berico rischia però di mettere in discussione l’attuazione del piano. Oltretutto da quel territorio è partita un’altra grana interna al centrodestra. Joe Formaggio, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, sul Giornale di Vicenza ha criticato il modello dell’ospitalità diffusa ai richiedenti asilo: «Meglio collocarli in pochi luoghi, come le caserme dismesse, da dove si possano poi spostare con maggiore facilità». Ha ribattuto Chiara Luisetto dai banchi del Partito Democratico: «Le soluzioni dei grandi centri di accoglienza, magari isolati e lontano dagli occhi, le abbiamo già sperimentate e abbiamo visto quanto abbiano messo in difficoltà i primi cittadini e le comunità nella gestione della sicurezza, dell’integrazione e nel controllo del fenomeno migratorio». 
Secondo i riscontri del Pd, gli arrivi in Veneto potrebbero essere più che doppi rispetto alle previsioni, raggiungendo quota 9.000. Per questo il segretario regionale Andrea Martella contesta a Zaia di essersi mosso in ritardo: «Non solo i migranti non possono essere trattati come pacchi postali: serviva e serve una strettissima collaborazione e un forte supporto ai sindaci del territorio, che devono gestire in prima persona gli arrivi da Lampedusa. Invece siamo di fronte ad un cortocircuito che sta producendo le fibrillazioni di queste ore. Se non si pongono rimedi immediati, cercando e offrendo il massimo della collaborazione possibile ai sindaci e alle associazioni sui territori, rischiamo una estate carica di tensioni».
 

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci