Hostess di Resana arrestata in Arabia, l'appello salta: Ilaria De Rosa rimane in carcere e i tempi si allungano

Martedì 8 Agosto 2023 di Giuliano Pavan
Hostess di Resana arrestata in Arabia, l'appello salta: Ilaria De Rosa rimane in carcere e i tempi si allungano

RESANA (TREVISO) - Ragioni procedurali. Due parole che allungano la permanenza in carcere a Jeddah di Ilaria De Rosa, l’assistente di volo 24enne di Resana arrestata lo scorso 5 maggio nella città che si affaccia sul Mar Rosso e condannata in primo grado a sei mesi di reclusione per possesso di sostanze stupefacenti. L’appello era fissato per domani, gli avvocati messi a disposizione dalla Farnesina avevano già predisposto il ricorso.

Le autorità saudite hanno però fatto saltare l’udienza. Per “ragioni procedurali”, appunto. Senza fissare al momento un nuovo confronto con i giudici. 


LA VISITA
Il re saudita non si è ancora è pronunciato sulla richiesta di grazia, presentata dai legali della 24enne, per ottenere la scarcerazione anticipata rispetto alla fine della pena (prevista il 6 novembre, ndr) in virtù del basso quantitativo di hashish contestato dal tribunale. Si parla infatti di uno spinello, trovato dalla polizia nascosto nel reggiseno della giovane. Ma la richiesta è rimasta senza risposta, almeno per il momento. Intanto il console generale a Jeddah, Leonardo Maria Costa, e l’ambasciatore italiano a Riyad, Roberto Cantone, domenica scorsa hanno fatto visita alla hostess (è il quinto incontro, ndr) per aggiornarla sugli sviluppi del caso. La 24enne è stata definita in buone condizioni di salute, anche se provata e stanca dalla detenzione. Soprattutto perché continua a non capire il motivo dell’accanimento nei suoi confronti proclamandosi del tutto estranea ai fatti contestati. La Farnesina, vista la delicatezza della situazione, continua a lavorare per cercare di arrivare a risolvere il caso e far tornare in Italia l’assistente di volo il prima possibile. E da persona con la fedina penale pulita. Già, perché oltre all’espulsione a pena espiata, il giudice ha anche disposto il divieto di ingresso in Arabia Saudita per un periodo non definito. Che potrebbe essere limitato ma anche, in base alla Sharia, permanente. 


IL PROCEDIMENTO 
A favore di Ilaria ci sono le testimonianze dei tre uomini che erano finiti in manette assieme a lei: si tratta di un tunisino, un egiziano e un saudita, tutti condannati a un anno e mezzo di reclusione. In aula, così come ribadito dalla stessa hostess, avevano scagionato la 23enne dicendo che non aveva droga con sé. Sono i tre uomini assieme ai quali Ilaria De Rosa era stata vista l’ultima volta all’esterno dell’hotel Spectrums Residence di Jeddah mentre saliva in un’auto scura. Con loro si stava dirigendo a una festa in una villa della città saudita dove è avvenuto il blitz, effettuato da una decina di agenti armati. «Credevo si trattasse di una rapina» aveva confidato la giovane ai familiari, sostenendo che addosso non aveva alcun tipo di droga. I familiari, fin dal primo momento, avevano respinto l’ipotesi che Ilaria potesse essere stata trovata con degli stupefacenti. «Non ne faceva uso - avevano sottolineato - anche perché per lavoro era sottoposta a continui test tossicologici». Controlli che effettivamente vengono fatti con regolarità dalla Avion Express, la compagnia aerea lituana per cui lavora la 24enne.

Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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