Resana. Ilaria De Rosa condannata a 6 mesi per spaccio, l'hostess trevigiana è già in carcere da 40 giorni

Martedì 13 Giugno 2023 di Giuliano Pavan
Ilaria De Rosa

RESANA (TREVISO) - Sei mesi di reclusione, senza attenuanti. È la condanna inflitta per possesso di sostanze stupefacenti a Ilaria De Rosa, l’assistente di volo 23enne di Resana finita in manette a Jeddah a inizio maggio. Le motivazioni della sentenza, con cui sono stati condannati a un anno e sei mesi i tre uomini che si trovavano con lei al momento del blitz delle autorità saudite, saranno pubblicate fra 5 giorni. La giovane, assistita da un legale del posto messo a disposizione dalla Farnesina (tutto l’iter è stato seguito in prima persona anche dal console italiano a Jeddah, Leonardo Costa, e dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani), avrà 30 giorni di tempo per presentare ricorso in appello. Non è ancora stabilito se questa circostanza si verificherà o meno: considerati i circa 40 giorni di detenzione già scontati, a cui si aggiunge l’espulsione a pena espiata, non è escluso che si decida (in accordo con la 23enne, che si è sempre professata innocente) di rinunciare al secondo grado di giudizio: i tempi di attesa potrebbero infatti rivelarsi più lunghi della pena effettiva.

Aldilà delle questioni lavorative (l’espulsione potrebbe causare il divieto di tornare in Arabia Saudita per un periodo di tempo non ancora definito), la giovane potrebbe optare per rimanere in cella e tornare così in Italia, da persona libera, a inizio novembre. 


LA SENTENZA
Le autorità italiane, al termine del procedimento penale (sono già state celebrate tre udienze, ieri si trattava della quarta per la sentenza), hanno chiesto formalmente una nuova visita in carcere da parte del console Costa e della sorella della hostess, Laura, che ieri ha assistito alla lettura del dispositivo, pronunciato dal giudice monocratico dopo due ore di camera di consiglio. La conferma arriva direttamente dalla Farnesina: «Nel rispetto della decisione della magistratura locale, il Consolato Generale a Jeddah e l’Ambasciata d’Italia a Riad, in stretto raccordo con la Farnesina - si legge in una nota del ministero degli Esteri - stanno prestando tutta l’assistenza possibile alla connazionale e ai familiari. Subito dopo la sentenza, abbiamo richiesto un’altra visita consolare per permettere alla sorella della connazionale di visitarla». 


LA TESTIMONIANZA
Durante il dibattimento, nel quale Ilaria De Rosa ha respinto ogni addebito, la giovane è stata scagionata dai tre coimputati, gli uomini assieme ai quali è stata vista l’ultima volta all’esterno dell’hotel Spectrums Residence di Jeddah mentre saliva in un’auto scura. Con loro si stava dirigendo a una festa in una villa della città sul Mar Rosso dove è avvenuto il blitz, effettuato da una decina di agenti armati. E, a quanto è trapelato, i poliziotti avrebbero trovato uno spinello nascosto nel reggiseno della giovane. «Credevo si trattasse di una rapina» aveva confidato la giovane ai familiari, sostenendo che addosso non aveva alcun tipo di droga. Circostanza, appunto, ribadita anche in aula dai tre amici dell’assistente di volo trevigiana. 


LE CONDIZIONI
«È provata e stanca, ma sta bene - fanno sapere inoltre dalla Farnesina - e continua a dirsi del tutto estranea alle contestazione che le vengono mosse contro». Le condizioni carcerarie, peggiori rispetto a quelle italiane, non sono state definite proibitive. Ecco perché l’appello non è così scontato. Di certo c’è che la giovane, come hanno sottolineato i familiari, abitava a Jeddah da tre mesi e ben conosceva la legge in materia di stupefacenti. «Non ne faceva uso - ribadiscono i familiari - anche perché per lavoro era sottoposta a continui test tossicologici». Non è un dettaglio, anzi. La versione della giovane sarebbe avvalorata proprio dagli esiti degli esami effettuati su di lei dalla compagnia aerea per cui lavora, la lituana Avion Express, ma il giudice saudita ha ritenuto che il possesso di stupefacenti fosse indipendente da quei risultati. 

Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA