Hostess arrestata in Arabia, le accuse contro Ilaria De Rosa di Resana: «Stava per fumare uno spinello»

Venerdì 23 Giugno 2023 di Giuliano Pavan
Hostess arrestata in Arabia, le accuse contro Ilaria De Rosa: «Stava per fumare uno spinello»

RESANA (TREVISO) - Ilaria De Rosa, al momento del blitz della polizia, si stava accingendo a fumare dell’hashish. Per cui è colpevole di possesso di sostanze stupefacenti. In sintesi è quanto scritto dal giudice nelle motivazioni della sentenza di condanna a sei mesi di reclusione inflitta dal tribunale di Jeddah all’assistente di volo 23enne di Resana, arrestata lo scorso 5 maggio proprio nella città saudita che si affaccia sul Mar Rosso e che da quel momento si trova rinchiusa in carcere. La giovane, in accordo con il legale che le è stato messo a disposizione dalla Farnesina (la questione è seguita in prima persona anche dal console generale a Jeddah, Leonardo Maria Costa, ndr), ha deciso di presentare appello contro la sentenza di condanna: il ricorso verrà depositato il prima possibile, in ogni caso entro 19 luglio, giorno in cui scadono i 30 giorni per poterlo presentare. 


LA VISITA
Ilaria De Rosa, nei giorni scorsi, ha ricevuto la visita in carcere della sorella Laura, accompagnata dal console Costa. La richiesta era stata fatta al termine dell’udienza, e il giudice ha sciolto la riserva già il giorno successivo. Fonti governative affermano che Ilaria è stata trovata in buone condizioni, anche se provata e stanca per l’incubo che sta vivendo. La 23enne continua a proclamarsi del tutto estranea alle contestazioni che le vengono mosse contro, e la Farnesina, vista la delicatezza della situazione, continua a lavorare per cercare di arrivare a risolvere il caso e far tornare in Italia l’assistente di volo il prima possibile. E da persona con la fedina penale pulita. Già, perché oltre all’espulsione a pena espiata, il giudice ha anche disposto il divieto di ingresso in Arabia Saudita per un periodo non definito.

Che potrebbe essere limitato ma anche, in base alla Sharia, permanente.


IL PROCEDIMENTO
A favore di Ilaria ci sono le testimonianze dei tre uomini che erano finiti in manette assieme a lei: si tratta di un tunisino, un egiziano e un saudita, tutti condannati a un anno e mezzo di reclusione. In aula, così come ribadito dalla stessa hostess, avevano scagionato la 23enne dicendo che non aveva droga con sé. Sono i tre uomini assieme ai quali Ilaria De Rosa era stata vista l’ultima volta all’esterno dell’hotel Spectrums Residence di Jeddah mentre saliva in un’auto scura. Con loro si stava dirigendo a una festa in una villa di Jeddah dove è avvenuto il blitz, effettuato da una decina di agenti armati. E, a quanto è trapelato, i poliziotti avrebbero appunto trovato uno spinello nascosto nel reggiseno della giovane. «Credevo si trattasse di una rapina» aveva confidato la giovane ai familiari, sostenendo che addosso non aveva alcun tipo di droga. Circostanza, appunto, ribadita anche in aula dai tre amici dell’assistente di volo trevigiana. Anche i familiari, fin dal primo momento, avevano respinto l’ipotesi che Ilaria potesse essere stata trovata con degli stupefacenti. «Non ne faceva uso - avevano sottolineato - anche perché per lavoro era sottoposta a continui test tossicologici». Controlli che effettivamente vengono fatti con regolarità dalla Avion Express, la compagnia aerea lituana per cui lavora la 23enne di Resana.

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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