Mogliano Veneto. Diagnosi sbagliata, donna muore per un tumore maligno all'addome: medico indagato

La donna era stata operata a maggio per un fibroma all'ovaio che era stato ritenuto benigno. E' deceduta pochi giorni fa all'ospedale di Mestre

Mercoledì 13 Dicembre 2023 di Roberta Brunetti
Diagnosi sbagliata, donna morta di tumore (foto Pexels)

MOGLIANO VENETO (TREVISO) - Operata nel maggio dell’anno scorso per un fibroma all’ovaio che era stato ritenuto benigno, è morta pochi giorni fa all’ospedale all’Angelo per un tumore maligno che le era cresciuto nell’addome. Il calvario di una donna di 63 anni di Mogliano è ora al centro di un’indagine aperta dalla Procura di Venezia. Il sostituto procuratore Antonia Sartori ha iscritto nel registro degli indagati l’anatomopatologo che per conto della Synlab, una struttura privata del Bresciano a cui si affida Villa Salus, aveva letto l’esame istologico, concludendo per una formazione benigna. L’indagine dovrà appurare se quella lettura è stata corretta. E in caso di un errore diagnostico se abbia contribuito alla morte, se con una cura diversa la donna si sarebbe potuta salvare. Quesiti che il sostituto procuratore ha affidato ieri al suo consulente, il professor Guido Viel, che dovrà eseguire l’autopsia ed esaminare tutti i vetrini, fatti sequestrare anche presso il laboratorio lombardo.

Ad affiancare il professor Viel, due consulenti di parte. Il dottor Sergio Pelosi nominato dall’indagato, con l’avvocato Massimiliano Cristofoli Pratt. E il dottor Claudio Rigo per il figlio della vittima, assistito dall’avvocato Giorgio Caldera.


L’ESPOSTO
È stato proprio l’esposto presentato dal figlio a dare il via all’indagine. Un documento che ripercorre il dramma della donna iniziato con il ricovero del maggio 2022, a villa Salus, per un «cistoma ovarico». Dopo l’intervento chirurgico, l’esame istologico effettuato dal laboratorio Synlab con la diagnosi di «fibroma benigno». Un esito che sembra favorevole. Nell’esposto si racconta dei controlli di routine. Poi, tra settembre e ottobre di quest’anno, sopraggiungono una serie di disturbi importanti, tanto che il medico di medicina generale invia la signora al pronto soccorso dell’Angelo. Da qui, non essendoci posti in ospedale, viene ricoverata nuovamente a Villa Salus, dove le trovano dei noduli al peritoneo. Un altro esame istologico, eseguito sempre da Synlab, conclude ancora per un «fibroma benigno» - riferisce sempre l’esposto - ma a quel punto sono gli stessi medici di Villa Salus a chiedere un approfondimento: la paziente sta troppo male per quel tipo di diagnosi. Viene così trasferita al San Giovanni e Paolo di Venezia dove vengono fatti nuovamente analizzare i reperti della biopsia. Stavolta la diagnosi è di «carcinoma». Un «esito totalmente contrario a quanto in precedenza» sottolinea ancora l’esposto, mentre i sanitari riferiscono di un «tumore in stadio avanzato», che sembra «non di recente formazione». Ed ecco il dubbio che già la refertazione effettuata dal laboratorio nel maggio 2022 fosse errata.


TRE MESI DI ATTESA
Fin qui la ricostruzione dell’esposto. Ora sarà l’indagine a dover definire con chiarezza il quadro. La stessa iscrizione del medico, un professionista esperto, professore in pensione da un paio d’anni, che effettuava le sue refertazioni da remoto, come è prassi, è un atto dovuto, per consentirgli di prendere parte alla consulenza. Tra tre mesi i primi risultati.

Ultimo aggiornamento: 15:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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