Crisi da Covid a Treviso. Piazze sempre vuote i bar: «Pronta una nuova protesta»

Lunedì 25 Gennaio 2021 di Elena Filini
Crisi da Covid a Teviso. Piazze sempre vuote i bar: «Pronta una nuova protesta»

TREVISO - Piazza dei Signori vuota o quasi: solo qualche manciata di coriandoli ricorda il Carnevale.

La loggia dei Trecento è in odore di sgombero: tutti i tavolini e le sedie parte integrante della sua geografia sono stati accatastati. Almeno non piove. E proprio per questo i Trevigiani mettono il naso fuori casa, concedendosi un'ora d'aria. Anche il rito del caffè e del dolcetto dopo la messa tramonta. Si recupera con generosi cabaret di paste, da consumare in casa e in famiglia. Ma fra negozi e locali c'è il deserto. E bar, osterie e ristoranti restano comunque sul piede di guerra. «Stiamo valutando una serie di azioni dimostrative con l'associazione - conferma Andrea Penzo Aiello di Treviso Imprese Unite - la necessità è fare qualcosa di unanime, stiamo organizzando una nuova protesta pubblica per metà della settimana». 


DOMENICA ARANCIONE

La prospettiva era parsa evidente dall'annuncio del Governo di venerdì: il protrarsi della zona arancione garantiva uno scenario ormai consolidato. Che anche il desiderio di reagire fosse ormai al lumicino era già chiaro dal mercato del sabato. Riaperto a tutte le merceologie, ha esibito (anche a causa del maltempo) numerosi spazi vuoti. La morale è che dopo 11 mesi quando non c'è certezza del risultato si tende a chiudere. E dunque bar, ristoranti e osterie hanno abbassato le serrande. Stanchi, è probabili, degli incerti tentativi di delivery. A lavorare sono state piuttosto le pasticcerie: nel centro di Treviso e in tutta la Marca lunghe code si sono segnalate un po' ovunque. Per caffè e cappuccino d'asporto, ma soprattutto per dare un retrogusto meno amaro - con crostoli e frittelle - a questo durissimo inizio d'anno.


L'ORA D'ARIA

Code davanti alle pasticcerie, dunque, insegne tristemente spente di bar e osterie, capannelli di fronte agli annunci funebri. Una domenica in arancione: i trevigiani scelgono lunghe passeggiate sulla Mura, tour delle chiese cittadine e qualche sporadico raid di shopping. In tarda mattinata la città si anima: c'è chi sceglie il trekking urbano e chi la passeggiata sulle Mura o in Restera, ma anche nell'anello esterno. Il bisogno è evidente: respirare, mettere la testa oltre le proprie mura. La scelta di un buon libro e un caffè da asporto, magari al sole sui gradoni del Duomo. Oppure il breve saluto in piazza dei Signori, dove ai più piccoli sono concessi i coriandoli per un Carnevale che di allegro ha ben poco. Evasioni minime, con mascherina e distanziamento. La polizia locale conferma che non sono state elevate sanzioni: la domenica è trascorsa nel rispetto delle regole. 


LE CONTROMISURE

Federico Capraro, presidente Ascom Treviso, invita a tenere duro. «Siamo probabilmente all'ultima settimana di arancione, speriamo che non sia come a settembre in cui quando si vedeva la luce in fondo al tunnel siamo ricaduti nel buio di una seconda ondata». E tuttavia Ascom ribadisce l'invito al Governo a provvedere presto ad un piano serio di ripartenza. «Oggi chiediamo un piano di vaccinazioni velocissimo per mettere al riparo gli over 75 e le categorie più esposte (dal personale sanitario ai docenti). Più ci copriamo più riusciremo a evitare il rischio di una terza ondata. In questo modo potremo responsabilmente iniziare il percorso di ripartenza». Ma le categorie economiche chiedono nuove regole per il prossimo quinquennio. «Non si può pensare di ripartire con la stessa pressione fiscale e con l'identico costo del lavoro - osserva il Presidente Ascom - ci vuole una nuova regolamentazione».
 

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