La Caporetto delle terme euganee: "cancellati" 8 ospiti stranieri su 10 nel 2020, italiani -42%

Sabato 23 Gennaio 2021 di E.Garzotto e A.Mantovani
La Caporetto delle terme euganee: "cancellati" 8 ospiti stranieri su 10 nel 2020, italiani -42%

ABANO TERME - Una Caporetto. Con questa parola che non ha bisogno di troppe spiegazioni, Assindustria VenetoCentro riassume le conseguenze che la pandemia da Covid-19 ha avuto per il settore del turismo termale della regione, di cui le località di Abano e Montegrotto Terme rappresentano oltre il 90 per cento dell’offerta. Nei primi dieci mesi del 2020 il comprensorio termale veneto ha visto 307.739 arrivi e 984.165 presenze, con una perdita del 54,9 per cento, pari a 375.318 visitatori in meno. Il Coronavirus ha più che dimezzato gli arrivi complessivi e letteralmente “cancellato” 8 ospiti stranieri su 10. La caduta in picchiata dei pernottamenti è stata di 1 milione 659mila, il 62,8 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Volatilizzata, come detto, la componente estera: un crollo dell’81,4% dei tedeschi, del 79% degli austriaci, del 77 % dei russi, del 75,9 % degli svizzeri e del 73,7 % dei francesi. Insomma, per restare nella metafora bellica, un bollettino di guerra che segnala una rotta inarrestabile.

Più contenuto ma non meno rovinoso il calo della clientela italiana con una flessione di 191.833 ospiti (- 42%) e di 747.504 pernottamenti (-49,6%). Il tutto per una flessione complessiva del fatturato fino al 90 per cento rispetto ai primi dieci mesi dell’anno precedente. 

I POSTI DI LAVORO
Sul fronte occupazionale, sui 5mila impiegati nel comparto termale euganeo, il rischio di una mancata ripartenza potrebbe portare alla perdita di 3.500 posti di lavoro, visto che nel 2020 è stato impiegato solo il 20% del personale, con l’80% delle ore lavorate coperte da Cig e Fis. «E’ fondamentale agire in due direzioni – dichiara Marco Maggia, titolare dell’hotel Ermitage Bel Air di Abano e vicepresidente di Federterme Confindustria - la prima sono adeguati ristori, parametrati alle reali perdite di fatturato del 2020 e non, come avviene oggi, al solo mese di aprile. La seconda è la possibilità di accedere a crediti di lungo termine per favorire gli investimenti in adeguamenti strutturali e riqualificazioni, sia con un “tax credit” rafforzato, sia con le misure del Recovery Plan. Inoltre – conclude Maggia - chiediamo che lo stato di emergenza non venga prorogato fino a luglio o almeno sia compensato dall’introduzione di una patente o di un passaporto sanitario per consentire a tutti i cittadini vaccinati di muoversi in modo più libero».

DUE COMUNI ALLEATI
Ma nel panorama di profondissima crisi da Covid sulle Terme Euganee, ieri i sindaci di Abano e Montegrotto, Federico Barbierato e Riccardo Mortandello, hanno lanciato alla Regione una richiesta che, se accolta, potrebbe “game changer” per il bacino termale euganeo. I due primi cittadini vogliono infatti la costituzione di una Unità operativa sul termalismo, sul modello di quella creata per i prossimi mondiali di Sci di Cortina, in cui tutte le competenze regionali sulle terme, gli enti locali, gli stakeholder, definiscano insieme le misure non solo per il rilancio, ma anche che disegnino le terme del futuro. Nell’agenda della discussione entrerebbero così tematiche che sono da tempo sul tappeto; da una revisione della quarantennale legge regionale per l’utilizzo della risorsa termale (Purt), alla tematica della riabilitazione a 360 gradi alle terme da quella motoria a quella vascolare e quella respiratoria e che in sé sarebbe un nuovo mercato, alla possibilità di utilizzo dell’acqua termale come energia per riscaldare edifici pubblici e privati come ora possono fare i soli hotel. 
«Abbiamo firmato la richiesta in due ma pensiamo di interpretare tutto il territorio euganeo che è la più grande area termale d’Europa - ha osservato Il sindaco Barbierato - quando in Regione ci troviamo a parlare di terme abbiamo a che fare con tre assessorati diversi: turismo, sanità, attività produttive per quanto riguarda l’acqua come risorsa mineraria. Visto anche che è l’inizio del mandato regionale, abbiamo pensato che possa essere utile riunire ad un tavolo operativo tutti soggetti che possono incidere, per la ripartenza ma anche per disegnare il futuro delle terme. Un futuro che pensiamo debba essere più legato al tema della salute». «Si tratta - ha aggiunto il sindaco Riccardo Mortandello - di poter affrontare in modo più sistematico i temi sanitari, turistici, infrastrutturali e geotermici dell’acqua termale intesa come energia. Rivendichiamo una Unità operativa perché siamo le terme attive più antiche, perché rappresentiamo il 97% delle presenze turistiche termali del Veneto. Ma per quanto ci stiamo dando da fare come amministrazioni e come Ogd serve un rapporto forte con la Regione. Anche per attingere alle risorse del Recovery Plan. Rispetto al passato siamo un territorio più coeso e che ha 100 mila abitanti che vivono del comparto termale».

Ultimo aggiornamento: 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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