Un 2020 terribile per le aziende, più di una chiusura ogni due giorni: «E non è finita»

Martedì 19 Gennaio 2021 di Alessia Trentin
Serrenda abbassata davanti a un negozio

BELLUNO Chiusure a raffica nel 2020 in provincia di Belluno. I settori più colpiti dalla crisi sono quelli del commercio e del manifatturiero e, parzialmente, dell’alloggio e ristorazione (settori nei quali gli effetti non si sono ancora manifestati completamente). Colpa del Covid, ma non solo. Il saldo annuale sulla chiusura delle sedi d’impresa restituisce la fotografia di una provincia in forte difficoltà, che ha perso 194 attività, in peggioramento rispetto al 2019 quando le chiusure erano state 97. «Non c’è tempo da perdere – commenta il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza, pensando alle incomprensibili vicende della politica romana - nell’ultima parte dell’anno abbiamo registrato un’intensificazione delle chiusure d’impresa, in particolare aziende artigiane operanti nella manifattura e nei servizi.

Incominciano a concretizzarsi, purtroppo, gli effetti-Covid sull’economia: tra calo della domanda e misure di prevenzione dei contagi, una prima componente più fragile delle imprese decide con tutta evidenza di dare forfait».

CONTRAZIONE
I numeri sono il risultato di un’importante contrazione avvenuta nel primo trimestre dell’anno, pari a -182 unità, più accentuata rispetto a quella dell’analogo periodo dell’anno precedente (-135) e da una ulteriore flessione registrata tra settembre e dicembre 2020, pari a -52 unità, sempre in peggioramento rispetto alla corrispondente di un anno fa (-44). La ripresa avvenuta nei due trimestri centrali dell’anno (+40 sedi, ma era di +82 la crescita nello stesso periodo del 2019) è servita solo ad attenuare l’entità di tali flessioni. A passarsela peggio di tutti, analizzando i dati, sembra essere il commercio al dettaglio. Il settore è quello che accusa la variazione annuale più significativa con la perdita di 69 sedi d’impresa, in lieve peggioramento rispetto al saldo di un anno fa quando le chiusure erano state -61; in recupero invece le unità locali (+12) in controtendenza rispetto al 2019 (-17 unità).

PERIODO NERO
A discapito di quanto si sarebbe indotti a pensare, il periodo più duro dell’anno è stato il primo trimestre quando sono state ben 54 sedi d’impresa che hanno abbandonato il campo, quasi il doppio del 2019 quando erano state 33. Altra sorpresa sono i numeri del semestre centrale dell’anno, quando la chiusura ha riguardato due sole sedi, mentre tra settembre e dicembre sono state 13. Sono state 39 invece le perdite nell’attività manifatturiera, contro le -22 dell’anno scorso. Il comparto in maggiore sofferenza è quello della metalmeccanica: -27 sedi rispetto a dicembre 2019, in peggioramento rispetto ad un anno fa (-16). L’industria alimentare perde -5 imprese, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto nel 2019 (+5). Da segnalare, con riferimento alla componente artigiana la perdita di -35 unità, in peggioramento rispetto all’anno 2019, di cui -23 nella metalmeccanica (erano -12 un anno fa). Il settore alloggio e ristorazione evidenzia una controtendenza rispetto all’anno. scorso: nel corso del 2020 il settore perde -31 sedi, contro le +11 guadagnate nel 2019. Non possiamo tuttavia parlare di effetti dovuti al Covid considerato che due terzi della flessione avvenuta nel 2020 (-21) è concentrata nel primo trimestre dell’anno (era -9 un anno fa) mentre la parte perdita residua si verifica negli ultimi tre mesi dell’anno. L’edilizia registra una variazione annuale negativa nel corso del 2020 pari a -29 sedi, l’agricoltura registra -8 e solo il comparto dei servizi alle imprese mantiene il trend in crescita dell’anno precedente con +25 sedi. «Siamo convinti – conclude Pozza – che si tratti solo di una prima onda d’urto. Vedendo alcuni settori ancora non toccati dal segno negativo, come l’alloggio e ristorazione, è facile ipotizzare che il grosso delle chiusure le potremo contabilizzare sul piano statistico solo nel corso dei prossimi mesi».

Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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