TREVISO - Scatta l'allarme per il nuovo coronavirus cinese dopo che ieri un 78enne e un 67enne, residenti a Vo' Euganeo, in provincia di Padova, sono risultati positivi al test. Il Ca' Foncello ora è pronto a modificare le vie di accesso al pronto soccorso, creando sostanzialmente un doppio accesso: uno per i pazienti che potrebbero essere entrati in contatto con il coronavirus e uno per tutti gli altri. L'Usl della Marca ha già definito il piano di emergenza.
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LE MISURE DI SICUREZZA
«Abbiamo predisposto tutto» annuncia il direttore generale Francesco Benazzi.
Nessuno vuole fare allarmismi. Ma la sensazione che filtra dagli ambienti medici è netta: gli specialisti si aspettano che il coronavirus arrivi anche nella Marca. Secondo alcuni è solo questione di tempo. Per questo è meglio prepararsi ad affrontarlo, anche rimodellando i servizi del Ca' Foncello. Attivando percorsi riservati, si vuole scongiurare il rischio di dover chiudere tutto nel caso in cui dovesse emergere una positività. Proprio come sta accadendo nell'ospedale di Schiavonia, località di Monselice, che ora verrà gradualmente svuotato per rendere possibile la completa sanificazione. Il doppio accesso al pronto soccorso è uno dei punti fondamentali del piano di emergenza messo a punto dall'Usl della Marca sia per salvaguardare gli altri pazienti che per scongiurare in partenza una contaminazione generale della struttura. «Siamo pronti ad affrontare qualsiasi situazione sottolinea il direttore generale nel piano di emergenza è previsto un accesso differenziato al pronto soccorso per le persone che in qualche modo potrebbero essere entrate in contatto con il coronavirus. Così come sono pronte le stanze a pressione negativa per il bio-contenimento dell'unità di Malattie infettive del Ca' Foncello. Stanze, cioè, dove si evita che, aprendo la porta, l'aria possa circolare all'esterno». Nel blocco degli ambulatori del pronto soccorso dedicato ai codici bianchi, inoltre, è stato riservato uno spazio proprio per i pazienti per i quali si sospetta un legame con il coronavirus.
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GLI ACCERTAMENTI
Il centro di Microbiologia dello stesso ospedale di Treviso, guidato dal direttore Roberto Rigoli, si è appena dotato di tutti gli strumenti per effettuare il test in modo autonomo. «Abbiamo tutti i mezzi per fare gli accertamenti necessari» sottolinea Benazzi. Fino a questo momento nella Marca ci sono stati otto ragazzi che dopo essere rientrati dalla Cina, pur senza sintomi, si sono messi in quarantena volontaria per 14 giorni, il tempo di incubazione della malattia, così da scongiurare qualsiasi rischio legato al nuovo coronavirus. Tre di loro hanno già portato a termine l'isolamento domiciliare senza problemi. Mentre gli altri cinque, tutti nella zona di Conegliano e Vittorio Veneto, lo concluderanno nei prossimi giorni. Poi potranno tornare a scuola.
ISOLAMENTO DOMICILIARE
«Quando riceviamo la segnalazione di un rientro, ci mettiamo subito in contatto con le famiglie specifica Sandro Cinquetti, direttore del servizio Igiene e sanità dell'Usl fino ad oggi le quarantene in assenza di sintomi sono volontarie.