ROVIGO - La bellezza del tempio della Rotonda diventa ancora più splendente con il progetto di illuminazione promosso da Comune e Fondazione Cariparo, che ha messo a disposizione un contributo di 200mila euro, e che iGuzzini ha realizzato.
IL PIANO
L’intervento è stato affidato all’architetto Antonio Stevan, intervenuto alla presentazione del progetto che ha riunito nel tempio il sindaco Edoardo Gaffeo, il presidente della Fondazione Cariparo Gilberto Muraro, il vescovo Pierantonio Pavanello, il direttore Vendite Italia iGuzzini illuminazione Giulio Scabin e Chiara Tosini per il Sindacato del tempio. Il vecchio impianto utilizzava in prevalenza lampade fluorescenti e soprattutto illuminava parzialmente i dipinti. Quelli del primo e del terzo registro non avevano un’illuminazione dedicata. Il nuovo impianto, installato da Tecnosystem, è stato progettato da zero e ha risolto alcune criticità nel primo registro, grazie alla sinergia con la Soprintendenza alle Belle arti e a uno speciale apparecchio della iGuzzini, che ha caratteristiche tali da illuminare in radenza a distanza ravvicinata le superfici dipinte. Anche le tele del secondo registro sono illuminate in radenza, ma gli apparecchi sono stati allocati nelle cornici, sufficientemente ampie per accoglierli e nasconderli. Per le altre opere la luce arriva da proiettori che eliminano la “luminanza di velo”, effetto cui sono soggette le vecchie tele, che provoca la formazione di un velo che annebbia i contorni e riduce il contrasto fra oggetti e sfondo, quindi la visibilità.
LE PAROLE
La nuova illuminazione «era un’opera molto attesa», ha commentato Gaffeo ringraziando la Fondazione e i protagonisti del progetto: un «nuovo vestito di luce» che «segue a importanti opere di manutenzione esterna e ristrutturazione del parco di piazza XX Settembre». «Qui siamo nel cuore della civiltà polesana, dal punto di vista devozionale e artistico - ha detto Muraro - l’abbraccio di forme e colori delle opere della Rotonda è piuttosto raro e la Fondazione ci sarà anche in futuro per questo monumento».
Per il vescovo «la sfida che abbiamo di fronte è trasmettere nel nostro tempo l’origine di tutta questa bellezza, che nasce da un atto di fede a Maria, come ringraziamento di tante grazie ricevute». Nel 1595 un cronista locale, Celio Nicolio, illustrò ben 115 eventi ritenuti prodigiosi e attribuiti all’intercessione della Madonna del Soccorso. «Abbiamo bisogno di coltivare le radici della vita e della nostra città. Il colore, senza luce, dice nulla: è la luce che permette di esprimere tutta la bellezza», ha concluso il presule.
I lavori hanno messo in luce anche nuovi interventi necessari e altri di complemento, come il tensionamento di alcune tele per cedimento del supporto, e la verniciatura con vernice protettiva trasparente, per far ammirare di nuovo le figure che a oggi l’ossidazione dei colori ha reso poco visibili. L’installazione di schermature mobili alle finestre, con tende motorizzate, eviterà l’ossidazione delle vernici dovuta alla luce solare.