Famiglie, redditi più alti ma l'inflazione li "brucia". Adesso c'è più incertezza

La relazione della Banca d'Italia ha dipinto il 2022 "anno buono" per l'economia regionale

Venerdì 16 Giugno 2023 di Elisabetta Batic
Famiglie, redditi più alti ma l'inflazione li "brucia". Adesso c'è più incertezza

Cresce il reddito delle famiglie residenti in Friuli Venezia Giulia (+5,3%) favorito dal miglioramento occupazionale, ma viene frenato dal forte incremento dei prezzi dei beni di consumo. I consumi, infatti, sono aumentati del 5,2% nonostante i rincari e il clima di incertezza ma il recupero rispetto ai livelli pre pandemia è ancora incompleto con un divario rispetto al 2019 in regione di quasi un punto percentuale.


La fotografia

È la fotografia scattata dalla Banca d'Italia dove ieri a Trieste è stato illustrato il report annuale sull'economia regionale.

A dicembre 2022 l'inflazione misurata dall'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività era del 10,6 per cento, in leggero calo dopo il picco dell'11,3 raggiunto nel mese di ottobre. Il sostenuto aumento dei prezzi dei beni energetici e alimentari ha colpito maggiormente le famiglie più povere. Il potere d'acquisto è diminuito dell'1,5%. Nel corso del 2022, con l'aumento dei tassi d'interesse, si è indebolita la crescita del credito alle famiglie (di circa 0,3 punti percentuali rispetto a dicembre 2021), seguendo l'andamento dei mutui immobiliari. Nel complesso la crescita dell'attività economica in Friuli Venezia Giulia è proseguita ma si è ridimensionata molto nella seconda parte dell'anno, frenata dai rialzi dei prezzi dell'energia e dall'indebolimento della domanda interna ed estera.

Trimestre

L'indicatore trimestrale dell'economia regionale elaborato dalla Banca d'Italia è salito del 3,7 per cento, in linea con l'andamento del Pil nazionale. La lieve flessione della produzione nell'industria (-1,8 per cento) è stata ampiamente compensata dalla crescita di quella delle costruzioni e dei servizi (10,5 e 5,2 per cento rispettivamente). Le esportazioni al netto della cantieristica sono cresciute del 21,3 a prezzi correnti (quelli odierni) e del 5,6 a prezzi costanti (al netto dell'inflazione). Nel 2022, inoltre, l'industria regionale ha risentito sia dell'indebolimento degli scambi con l'estero nella seconda parte dell'anno, sia dei forti rincari dell'energia, a cui è particolarmente esposta. Per molti operatori l'andamento del fatturato (in crescita del 5,6 per cento) è risultato tuttavia migliore rispetto alle previsioni formulate nella primavera del 2022, che prefiguravano una diffusa contrazione.

Investimenti

Gli investimenti delle aziende industriali si sono mantenuti su livelli moderatamente positivi. In un quadro di incertezza, per il 2023 le previsioni delle imprese sono mediamente orientate a una sostanziale stabilità delle vendite e a una contrazione degli investimenti. Le transazioni sul mercato immobiliare residenziale sono aumentate dell'1,8 per cento, in netto rallentamento rispetto al 2021 mentre l'attività nei servizi è stata favorita dalla crescita dei consumi delle famiglie, dei flussi turistici, con presenze in aumento del 28,8 per cento, e dei traffici portuali, con una movimentazione totale in crescita del 4,0 per cento. Ed ancora, nel 2022 i prestiti bancari alle imprese regionali sono diminuiti rispetto all'anno precedente (-2,6 per cento a dicembre): solo per le costruzioni si è registrato un incremento (1,0 per cento). Nel 2022 è proseguita la crescita dell'occupazione (2 per cento), soprattutto della componente dipendente a tempo indeterminato. Il ricorso agli ammortizzatori sociali ha continuato a diminuire. Nel 2022 i prestiti bancari sono rimasti stabili rispetto all'anno precedente (0,1 per cento) e la crescita del credito alle famiglie (4,1 per cento) ha bilanciato la diminuzione di quello alle imprese (-2,6 per cento). Infine, la spesa primaria degli enti territoriali ha continuato a espandersi.

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