Pedofilia, controlli sui i volontari
Il Coni: si distrugge l'associazionismo

Giovedì 3 Aprile 2014 di Marco Agrusti
Pedofilia, controlli sui i volontari Il Coni: si distrugge l'associazionismo
PORDENONE - La ratio del provvedimento non ammette scorciatoie o filosofie: a contatto «diretto e regolare» con i minori, in qualsiasi associazione, non ci può stare chi è stato condannato per reati a danno degli stessi. Punto. Dalla ratio è scaturito un Decreto legislativo, il numero 39 del 4 marzo 2014 (già pubblicato in Gazzetta Ufficiale) e anch'esso sembra non ammettere scappatoie.



Da lunedì le associazioni dovranno richiedere per ogni collaboratore che svolga l'opera a contatto con i minori (compresi i volontari, da qui la dura replica dell'on. Giorgio Brandolin, n. 1 del Coni), il certificato penale del casellario giudiziale. Non dovranno comparirvi condanne per reati concernenti la prostituzione e pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico, l'organizzazione o pubblicizzazione di viaggi finalizzati all'attività di prostituzione minorile e l'adescamento di minorenni. Alla fonte c'è una Direttiva Ue sulla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento dei minori.



Fin qui tutto chiaro. Saranno le singole persone (in questo caso i collaboratori delle associazioni) a doversi mettere in moto. Come? Recandosi nel tribunale di competenza (in base alla residenza) e richiedendo il certificato, operazione che non sarà gratuita. Ogni richiesta, infatti, verrà a costare circa 20 euro «senza urgenza» e 23 euro «con urgenza». La costellazione di associazioni pordenonesi deve mettersi al lavoro, insomma, e deve farlo in fretta. Sotto la lente d'ingrandimento non solo quelle sportive (tutti i settori giovanili saranno interessati dalla norma) ma anche tutte quelle realtà associative che trattano più in generale problematiche minorili. Dal 7 aprile l'obbligo è in vigore e le sanzioni previste salatissime: da 10 a 15 mila euro a carico del responsabile, generalmente il presidente.



«In realtà - spiega però Gian Carlo Caliman, delegato del Coni provinciale - esiste un tempo tecnico per adeguarsi. Non scatteranno le sanzioni da subito». Quanto tempo? Su questo regna l'incertezza. Meglio conformarsi in fretta, quindi, ed ecco la mano tesa del Coni di Pordenone: «Stiamo dialogando con il tribunale - rivela Caliman - per trovare una soluzione che non crei problemi alle società ed eviti migliaia di accessi agli uffici». In sostanza il Coni di Pordenone punterebbe ad un sistema di deleghe, con i presidenti delle società a raccogliere le richieste dei propri tesserati e ad inviarle poi in un solo pacchetto ai tribunali. Niente da fare per quanto riguarda i costi: dovranno accollarseli le società.
Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 11:34
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