Pordenone. Migranti visitati da due dottoresse dentro la chiesa. Il sindaco Alessandro Ciriani: «Ora basta»

Giovedì 21 Settembre 2023 di Marco Agrusti
Migranti visitati da due dottoresse dentro la chiesa. Il sindaco Ciriani: «Ora basta»

PORDENONE - Da una parte si parla di «clima di guerra». Dall’altra di «atto chiaramente provocatorio che non ha nulla di umanitario». In mezzo c’è la temperatura dello scontro: è rovente. Lo scontro sui migranti diventa totale: colpa di quello che è successo ieri mattina nella chiesa del Beato Odorico in viale Libertà. Due dottoresse volontarie legate alla rete di accoglienza pordenonese, infatti, hanno visitato alcuni migranti all’interno del luogo di culto.

Se n’è accorto il parroco ed è successo il finimondo. Sul posto la polizia locale e la Questura: cinque stranieri denunciati e un fiume di polemiche. Nella stessa giornata, ma qualche ora prima, un altro blitz della polizia locale ha permesso di individuare cinque clandestini e quattro cittadini rumeni già colpiti da decreti di allontanamento. 


LO SCONTRO
Ma la vera “partita” si è giocata sulle visite mediche alla Beato Odorico. «Verso le 11 - ha detto il sindaco Ciriani - una signora molto conosciuta nel mondo dell’associazionismo vicino agli immigrati, ne ha condotti alcuni presso della chiesa del Beato Odorico, mentre due dottoresse avrebbero effettuato visite mediche sui migranti proprio all’interno del luogo sacro. Si tratterebbe di un atto chiaramente provocatorio che non ha nulla di umanitario. Sarebbe stato un gesto umanitario se avessero visitato gli immigrati nei loro ambulatori, non in una chiesa». È “urlata” la replica di Luigina Perosa di Rete solidale: «I migranti della Beato Odorico non avevano ancora capito di doversi trasferire in Comina. Le dottoresse li hanno visitati perché alcuni di loro stavano male. E l’hanno fatto appena dentro la chiesa per non essere in pubblico. I migranti erano cinque. A tutti loro è stato fatto un verbale. Ma eravamo lì per ragioni sanitarie. E il sindaco dovrebbe occuparsene. Invece è lui a creare questa guerra disgustosa. Ora valutiamo un ricorso con i nostri avvocati». 


L’OPERAZIONE
Poche ore prima, già dalle 5 del mattino, un nuovo blitz della polizia locale. Le zone controllate sono state l’ex Fiera, la chiesa del Beato Odorico, l’auditorium Concordia e il parco Galvani, dove sono stati identificate 23 persone. Dormivano ancora all’aperto nonostante la disponibilità dell’hangar in Comina. Cinque stranieri sono risultati clandestini e per questo sono stati accompagnati in Questura. Quattro cittadini rumeni invece avevano già ricevuto diversi provvedimenti di allontanamento. Ne hanno ricevuto un altro ieri e sono stati segnalati al questore per provvedimenti più incisivi. Gli stranieri con un appuntamento in Questura, invece, sono stati accompagnati in Comina con un autobus dell’Atap. 


LA STRETTA
«Avere approntato in Comina una struttura che garantisce a queste persone un tetto, dei servizi igienici e la somministrazione dei pasti, mi pare una soluzione più che dignitosa rispetto a quella precaria dei bivacchi per strada. Eppure alcune associazioni preferiscono lasciare gli immigrati nei parchi per creare scompiglio, degrado e confusione sotto il profilo politico», ha tuonato Ciriani. «Il Comune intensificherà i controlli, non per disumanità o razzismo, ma per il rispetto delle regole da parte di tutti». Così l’assessore Ceolin: «Non era più sostenibile per la cittadinanza avere bivacchi per strada e parchi occupati a discapito della sicurezza e del decoro delle persone di tutte le età, bambini compresi». 

Ultimo aggiornamento: 20:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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