PORDENONE - La reazione che non ti aspetti. All’indomani della notizia relativa all’abbandono della trattativa del gruppo cinese Midea su Electrolux, in fabbrica a Porcia domina un sentimento, riassunto dalle parole del vertice della Rsu, Walter Zoccolan. «I cinesi hanno abbandonato l’idea di comprare Electrolux? Per noi la questione non cambia, anzi».
Perplessità
A monte del ragionamento espresso dalla Rsu, c’è l’ultimo dato: la richiesta dell’azienda per la cassa integrazione notificata ai sindacati e alla Rsu stessa. Nel documento si precisa che la cassa interesserà un massimo di 790 operai e che l’ammortizzatore potrà essere esteso per nove settimane. Il periodo - in sintesi - è quello tra il 17 luglio e il primo giorno di ottobre, dal quale bisogna togliere ovviamente le canoniche due settimane di chiusura in agosto. «Il rischio di sparire - precisa ancora Walter Zoccolan - non è certamente imminente, ma noi vogliamo capire ancora tante cose: se la proprietà resta questa, ad esempio, si terrà Electrolux o vorrà nuovamente venderla? Spesso gli acquirenti che fanno parte di gruppi cinesi si dimostrano solidi, contrariamente ai fondi d’investimento occidentali. Per quanto riguarda sempre Porcia - prosegue ancora Zoccolan - siamo in una situazione particolare: restiamo ancora un punto nodale per Electrolux, producendo alta gamma. Ma in questo momento, con i volumi calati, ci troviamo di fatto fuori mercato con un prezzo che ci penalizza».
La politica
«Per Electrolux si riparte dalla crisi in atto, che richiede dal governo una strategia nazionale per l’elettrodomestico e interventi strutturali che ricadano sui territori - scrive Tomasello del Pd -. Di fronte ai fatti si è fermata la corsa a smentire che ci fosse un interesse e una trattativa in corso tra gli svedesi e i cinesi, auspichiamo sia arrivato il momento che governo e Regione si mettano a ragionare su come evitare la deriva della produzione. Il Pd ha fatto e sta facendo la sua parte con le sue parlamentari, ma noi ci aspettiamo anche dal ministro Ciriani e dai parlamentari di maggioranza una maggiore iniziativa in difesa dell’elettrodomestico. Il Golden Power è solo un passo preliminare e la soluzione non è la Cig».