Cacciatore spara vicino alla casa e verso i forestali, licenza revocata

Venerdì 21 Gennaio 2022
Cacciatore, foto di archivio
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PORDENONE - L'alta a meno di cento metri da un'abitazione e poi la fucilata in direzione della strada mettendo in pericolo due forestali che stavano vigilando nella zona di Vito d'Asio. A un cacciatore dello Spilimberghese quell'imprudenza commessa alle 6.16 della mattina del 25 ottobre 2020 è costata la revoca della licenza di caccia. Il Tar Fvg un paio di giorni fa gli ha respinto il ricorso che aveva presentato con gli avvocati Romeo Bianchin e Pietro Redivo. I giudici hanno dato piena ragione al provvedimento della Questura.
Quel giorno il cacciatore nell'altana non stava osservando gli animali.

Il suo obiettivo era un capriolo, ma per catturarlo ha esercitato l'attività venatoria senza rispettare la distanza prevista da caseggiati e strade. La guardia forestale regionale, sentita a sommarie informazioni in Questura, ha infatti dichiarato che assieme un collega «quel giorno ci siamo posizionati lungo la stradina di accesso che conduce proprio all'abitazione verso la quale il cacciatore ha sparato». Lo avevano notato attraverso il binocolo. «Ho potuto benissimo vedere i suoi movimenti - ha riferito il forestale - e ho avuto paura quando ho visto il vivo di volata puntare diritto nella mia direzione. Per un momento ho avuto seriamente paura di essere sulla linea di tiro e che qualora avesse mancato l'obiettivo, ovvero un capriolo, avrebbe potuto colpirmi».


In quell'occasione i forestali gli avevano fatto un verbale contestandogli di aver esercitato la caccia al capriolo da un appostamento fisso posto a meno di 100 metri da un edificio adibito ad abitazione, nonchè di aver sparato a meno di una volta e mezza la gittata massima dell'arma (fucile a canna rigata) in direzione sia della strada comunale carrozzabile che porta al paese sia di un'abitazione.
Secondo i giudici, il cuore della motivazione del provvedimento della Questura risiede «nell'ulteriore e determinante rilievo che la condotta del ricorrente, oltre a violare la specifica normativa di settore, ha messo in serio e concreto pericolo i due operatori del corpo forestale regionale in servizio nei pressi del luogo dove stava svolgendo la sua attività di caccia». Specifica infatti la Questura che il cacciatore «ha posto in gravissimo pericolo l'altrui incolumità atteso che solo per pura coincidenza il colpo, non raggiungendo la preda desiderata, ed essendosi conficcato nel terreno, non raggiungeva l'abitazione antistante, né la strada comunale e fortunatamente neppure il personale del corpo forestale regionale, che si è visto a tutti gli effetti sopraggiungere l'ogiva».
 

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