Caccia con armi da guerra fuori Roma, un arsenale nel bagagliaio: trovati sette fucili con silenziatori e pistole

Casalotti, per la battuta fuori dall’orario consentito sono stati denunciati 3 uomini

Domenica 15 Ottobre 2023 di Federica Pozzi
Caccia con armi da guerra fuori Roma, un arsenale nel bagagliaio: trovati sette fucili con silenziatori e pistole

Si aggiravano nella boscaglia armati di fucili e pistole dotati di silenziatori, visori notturni e ricetrasmittenti. Un'esercitazione delle forze speciali? No, solo una battuta di caccia con armi da guerra, ovviamente non consentite e, per di più, fuori orario. Tre uomini, un italiano e due romeni, tutti sulla quarantina, sono stati sorpresi dai carabinieri in zona Casalotti mentre erano impegnati nell'attività illecita e sono stati denunciati per esercizio venatorio fuori orario e con mezzi non consentiti, nonché per alterazione, omessa custodia e detenzione abusiva di armi. Dalla tipologia dell'equipaggiamento rinvenuto c'è il sospetto che si trattasse di caccia al cinghiale, che nel Lazio è consentita dal primo novembre al 31 gennaio.

LE RICERCHE

È successo lo scorso 11 ottobre, intorno alle 21, orario in cui l'attività venatoria per legge non si può svolgere (è infatti consentita dall'alba al tramonto).

I carabinieri della sezione radiomobile della compagnia Cassia stavano svolgendo, come spesso accade, un controllo sul territorio di competenza per contrastare le battute di caccia illecite quando, in via Ceva, in un'area di campagna del quadrante nord ovest della Capitale, hanno notato la presenza di due auto sospette, parcheggiate vicino a un campo, con i motori ancora caldi. Hanno deciso a quel punto di fare delle ricerche e, dopo non molto tempo, i militari hanno trovato, come sospettavano, i tre uomini che si aggiravano tra la fitta boscaglia. Ma non si aspettavano che li avrebbero sorpresi armati di fucili da caccia dotati di visori notturni, silenziatori, monocoli termici e radio ricetrasmittenti.

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IL SEQUESTRO

Un arsenale ingiustificato, per non considerare il periodo e l'orario in cui sono stati sorpresi. Gli indagati sono stati così fermati e perquisiti, come le loro auto e le abitazioni dove è stato ritrovato il resto dell'armamentario: sette fucili da caccia, alcuni con visori notturni applicati e predisposti per l'utilizzo di silenziatore, due carabine attrezzate allo stesso modo, due pistole, un silenziatore, 130 cartucce, un visore monocolo termico e due radio ricetrasmittenti. Tutto sottoposto a sequestro penale e amministrativo da parte dei carabinieri della Compagnia Roma Cassia. A uno degli indagati è stato ritirato anche il porto d'armi, mentre gli altri due non avevano la licenza ad uso caccia. I tre sono stati denunciati per esercizio venatorio fuori orario e con mezzi non consentiti, nonché per alterazione, omessa custodia e detenzione abusiva di armi.
Dalla tipologia degli armamenti rinvenuti i militari hanno avuto il forte sospetto si trattasse di caccia agli ungulati, che nella zona, come nel resto del Lazio, aprirà solo tra due settimane.

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IL REGOLAMENTO

Una data, quella del primo novembre, che gli appassionati di caccia al cinghiale hanno rischiato di vedersi spostare quest'anno, come successo in altre regioni, a causa della diffusione della peste suina africana. Pericolo scampato però perché, già da metà settembre, era stata confermata l'apertura ordinaria. C'è una sola novità rispetto al passato legata alla diffusione della peste e si tratta di una concessione riconosciuta ad alcune squadre di girata che, come si legge nel decreto del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, del 7 settembre 2023, potranno cacciare insieme alle squadre della Provincia di Roma, in deroga al numero massimo di 15 partecipanti. Si tratta di una concessione legata al fatto che queste squadre, specializzate nella caccia con un cane al guinzaglio, nella stagione precedente avevano dovuto riporre le armi perché le loro aree coincidevano con quelle della zona rossa.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA