VENEZIA Scintille in Consiglio regionale sul modello di sviluppo del Nordest.
IN AULA
Il clima in aula si è arroventato durante la discussione sulla mozione, presentata da Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e poi bocciata dalla maggioranza, la quale proponeva di avviare un tavolo di confronto con Amazon «per permettere insediamenti compatibili con i territori interessati». Il tema della logistica ha portato Camani a fare riferimento a «fenomeni di caporalato, quando non addirittura riduzione in schiavitù», rispetto a cui ha affermato di ritenere che «richiamare la responsabilità dei singoli non sia sufficiente rispetto ai temi dello sfruttamento del lavoro e che invece sia necessario costruire le condizioni per cui anche in questa Regione si sviluppi una responsabilità collettiva che tutti sentano condivisa di contrastare questi fenomeni». Dichiarazioni che hanno scatenato il capogruppo leghista Giuseppe Pan: «Da due giorni sento qui dentro che tutti i nostri imprenditori, tutta la logistica, l'agricoltura, si avvalgono di caporali, di sfruttamento dell'immigrazione, di sfruttamento e di schiavi. Attenzione quindi a dire che i nostri imprenditori sono criminali». La presidente vicaria Francesca Zottis (Pd) ha invitato l'esponente della Lega ad attenersi all'ordine del giorno, a quel punto è insorto lo speaker zaiano Alberto Villanova: «Non mi sembra che la mozione parlasse di caporalato, eppure nessuno ha interrotto la collega Camani». E via con il battibecco, fra richiami al regolamento e lettura dei verbali, spia delle tensioni riverberate sul Canal Grande dal caso Grafica Veneta.
GLI INDUSTRIALI
Il colosso di Trebaseleghe ha visto schierarsi gli Industriali di Padova e Treviso, che confidando «nel rapido e chiaro accertamento da parte della magistratura di eventuali responsabilità individuali», hanno voluto «affiancare l'azienda», definendola eloquentemente «una realtà solida, tecnologicamente avanzata e fortemente internazionalizzata, che esprime un grande patrimonio di valore sociale e industriale, di competenze e occupazione, che va tutelato e sostenuto proprio nei momenti di difficoltà». Poi l'attacco dell'associazione presieduta da Leopoldo Destro, con toni perentori, a chi aveva criticato il sistema Nordest: «Esprimiamo, al contempo, profondo rammarico e amarezza per giudizi avventati e immotivati, rivolti ingiustificatamente al modello di sviluppo, a quel tessuto diffuso e innovativo di imprese e filiere che vive e opera nelle nostre comunità, condividendone valori, impegno e professionalità, e che merita rispetto.
GLI ARTIGIANI
A prendere posizione sono stati anche gli artigiani della Cgia, con il segretario Renato Mason: «Chi ritiene che il modello del Nordest sia basato sullo sfruttamento e l' evasione non sa quel che dice. Invitiamo coloro che sostengono questa tesi a uscire dalla Ztl in cui si sono rintanati per tornare a frequentare maggiormente le fabbriche, ascoltando con attenzione gli imprenditori e i lavoratori dipendenti. Purtroppo, queste posizioni inaccettabili dimostrano ancora una volta come una parte politica abbia un atteggiamento di ostilità verso le imprese e gli imprenditori. Intendiamoci, la Cgia non giustifica nessuno e tanto meno i vertici del gruppo grafico di Trebaseleghe. Le responsabilità penali sono sempre personali e chi ha sbagliato dovrà risponderne innanzi ai giudici. Altra cosa, invece, è fare di tutta l'erba un fascio, ovvero prendere spunto da un caso di cronaca e bollinare un sistema economico come ricettacolo di soprusi e malversazioni».
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